Di Pangrazio e Piccone: molti servizi ai privati

A Celano si punta sui ricavi del fotovoltaico per abbassare Imu e Tarsu A Tagliacozzo sindaco disperato: «Dove troverò i soldi dopo i tagli statali?»

AVEZZANO. Come intendono muoversi i tre maggiori Comuni della Marsica di fronte alla grave situazione finanziaria? Gianni Di Pangrazio, alla guida del capoluogo marsicano da pochi mesi, preannuncia una serie di interventi per salvare il Comune dalla bancarotta. Le spese correnti saranno ridotte per circa un milione di euro. Saranno rivisti i contratti non solo con privati che gestiscono determinati servizi (cimiteri, verde pubblico, recupero di immobili), ma anche quelli col Cam, l'Aciam e la Scav. Sarà rivista anche la convenzione con l'Università di Teramo, «che costa oltre 800mila euro l'anno: un onere ormai insostenibile per il solo Comune di Avezzano, oltre che difficilmente giustificabile in un'ottica costi-benefici». «Per andare incontro alle famiglie in difficoltà», assicura il sindaco, «abbasseremo l'aliquota dell'Imu sulla prima casa e l'aumenteremo sulle altre abitazioni. Per favorire le attività produttive ridurremo la tassa sui rifiuti, sull'occupazione del suolo pubblico (Tosap) e sulla pubblicità per opifici ed esercizi commerciali». Intanto, per contrastare efficacemente l'evasione fiscale è stato istituito uno specificio servizio, lo Sifco. A preoccupare il sindaco di Celano, il senatore Filippo Piccone, non è solo il drastico taglio dei fondi statali, ma anche la prospettiva, data la crisi, che il Comune incassi meno rispetto agli anni precedenti. «Un consistente risparmio, circa 200mila euro», spiega Piccone, «l'avremo con la dismissione della società municipalizzata. I servizi da essa gestiti (trasporti, strade, cimiteri, verde pubblico) verranno affidati a privati». Molto il Comune si attende dall'impianto fotovoltaico, che dovrebbe sorgere in località Paduli. «Abbiamo fatto un grosso investimento», sottolinea Piccone, «i soldi, dai 2 ai 3 milioni che, con l'attivazione dell'impianto, il Comune incasserà ogni anno, saranno utilizzati in parte per abbassare l'Imu e la Tarsu e in parte per riqualificare i quartieri».

Il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, non sa dove andare a parare. «Il taglio dei trasferimenti statali ci ha ammazzato», dichiara accorato, «mi chiedo dove troverò i soldi per le spese non previste. Come quella per lo sgombero della neve, l'inverno scorso. Data l'eccezionalità dell'evento, il costo del servizio, dai 30mila euro preventivati, è salito a 180mila. Un'altra mazzata ci arriverà dal trasporto, non previsto, degli alunni delle elementari a Sante Marie, per l'inagibilità dell'edificio scolastico». «Ci viene chiesto», prosegue Di Marco Testa, «di eliminare gli sprechi. Dove sono? Non esistono gettoni di presenza, non possiamo utilizzare i mezzi che abbiamo, perché obsoleti, e viviamo con l'incubo di sforare il patto di stabilità. Quest'anno siamo rientrati con la vendita dei loculi cimiterìali. E il prossimo anno? La vedo nera». (n.m.)

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