crisi politica a sulmona
Dieci consiglieri sono pronti alle dimissioni
SULMONA. Sui ritardi nella formazione della nuova giunta intervengono dieci consiglieri dell'opposizione e di Rialzati Abruzzo, pronti anche a fare un passo indietro tutti insieme, qualora un...
SULMONA. Sui ritardi nella formazione della nuova giunta intervengono dieci consiglieri dell'opposizione e di Rialzati Abruzzo, pronti anche a fare un passo indietro tutti insieme, qualora un undicesimo si rendesse disponibile a stare con loro.
«La paralisi amministrativa è ormai insostenibile», affermano Antonio Iannamorelli e Mimmo Di Benedetto del Pd, Giuseppe Ranalli (Idv), Luciano Marinucci (Psi), Silverio Gatta (Sel), Alessandro Maceroni (Fli), Luigi Santilli (Lista Civica), Filadelfio Manasseri (Api), oltre a Cristan La Civita e Antonio De Deo di Rialzati Abruzzo, «sono passate due settimane e la città è ancora senza guida, perché il sindaco è senza maggioranza. Sono caduti nel vuoto tutti gli appelli al buon senso mentre da palazzo San Francesco si tende a minimizzare, con i deliberati del consiglio comunale che rimangono inattuati, la struttura tecnica che prevarica le scelte democratiche ed ex assessori che continuano, pur non ricoprendo più alcuna carica pubblica, a esercitare potere decisionale e di rappresentanza nella veste di “cittadini volontari”, confermando – ove ce ne fosse ancora bisogno – l’assenza totale di senso delle istituzioni di chi ci ha guidato finora».
Per i consiglieri, «tutto ciò è insostenibile. Questo vale soprattutto per chi è eletto nella quota degli 8 consiglieri di minoranza e che, invece, con la sua posizione, sta di fatto tenendo la situazione in stallo. Undici consiglieri possono far cadere l’amministrazione, undici possono costituire una nuova maggioranza (per quanto precaria e traballante)».
Un riferimento indiretto a Luigi Rapone (Udc), ago della bilancia in questo caso. «Oggi non esiste una volontà chiara», aggiungono, «né nel senso da noi auspicato, né in quello auspicato dal sindaco Fabio Federico. Noi siamo pronti a sbloccare la situazione, ma facciamo appello perché in tutti prevalga il senso di responsabilità e non l’attaccamento alla poltrona o – peggio – il gioco al rialzo di una politica sottotraccia che a quanto pare continua ancora».
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