Dirigente Asl sott’accusa, chiusa l’inchiesta
Il pm vuole mandare a processo D’Amico, coinvolta nel caso dell’affidamento dei servizi di pulizia
CASTEL DI SANGRO. Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio l’inchiesta che vede al centro la funzionaria della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Michela D’Amico. La donna, che è anche assessore alla Cultura nel comune di Castel di Sangro, è accusata di abuso d’ufficio, falso ideologico e calunnia. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe l’affidamento del servizio di pulizia, sanificazione e disinfestazione dei presidi ospedalieri di cui è stata aggiudicataria una società cooperativa. Nello specifico, la funzionaria avrebbe violato alcune norme dell’Anac in merito all’importo della gara, procurando alla cooperativa un ingiusto vantaggio patrimoniale con conseguente danno per l’azienda. D’Amico, sempre secondo le accuse della procura dell’Aquila, avrebbe inoltre rilasciato l’attestazione di regolare esecuzione dell’appalto, nonostante due pareri negativi pervenuti al riguardo. L’accusa di calunnia riguarda invece una denuncia in cui D'Amico avrebbe accusato altre persone, pur sapendole innocenti. Tutto sarebbe partito da una circostanziata denuncia in cui sarebbero state rese note le modalità in cui si procedeva alle assunzioni, aggirando le regole e soprattutto le graduatorie. Tutto ruotava attorno alle tre o quattro ditte che hanno stabilmente rapporti di collaborazione con la Asl fornendo macchinari e personale a seconda delle richieste che pervenivano dagli uffici della Asl. Coinvolto, anche se in maniera marginale, il comune di Castel di Sangro dove D’Amico è risultata essere la candidata consigliere più votata alle amministrative con 500 preferenze. (c.l.)