Doppio incarico, dirigente Asl indagato dalla Corte dei Conti
La Finanza: «Lavori privati nella ricostruzione senza avere l’autorizzazione dell’Azienda sanitaria» Sequestrati 340mila euro. Il manager Tordera: «Mi auguro che dimostri la sua innocenza»
L’AQUILA. La Finanza gli ha sequestrato 340mila euro, frutto di un’attività privata nell’ambito della ricostruzione, che non avrebbe potuto svolgere in quanto dirigente Asl. Finisce nei guai Mauro Antonello Tursini, ingegnere, dopo il provvedimento della Corte dei Conti: secondo le tesi della Procura contabile, Tursini, ex sindaco di Ocre, avrebbe svolto, in modo non occasionale, una rilevante attività professionale privata, inizialmente senza la prevista autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza e poi in difformità della stessa. Accuse tutte da dimostrare, ma secondo i militari della polizia tributaria, coordinati dal colonnello Sergio Aloia, le investigazioni hanno permesso di constatare che il dirigente, dal 2007 al 2015, sebbene titolare di un incarico a tempo pieno, ha curato incarichi relativi a progettazioni, collaudi e direzione lavori nell’ambito della ricostruzione. Per diversi anni, l’attività professionale extra-istituzionale sarebbe stata svolta in assenza della prevista autorizzazione da parte dell’amministrazione d’appartenenza, essendo stata questa richiesta solo nel 2012.
«Le indagini», dice la Finanza, «hanno consentito di appurare inoltre che, dopo tale data, il dipendente pubblico, sebbene autorizzato, ha continuato a esercitare l’attività extra-istituzionale con regolarità, sistematicità e ripetitività nei confronti di una moltitudine di committenti, non rispettando il limite dell’occasionalità imposto sia dalla normativa di settore che dalla stessa autorizzazione. La prevalenza dell’attività libero-professionale esercitata dal dirigente in questione rispetto a quella pubblica sarebbe emersa dalla quantificazione dei compensi complessivamente percepiti. Rapportando le due diverse tipologie di introiti, sarebbe risultato chiaramente che l’attività extra-istituzionale non fosse solo adeguatamente lucrativa ma, in alcuni anni, addirittura prevalente rispetto a quella svolta alle dipendenze dell’ente pubblico». «Pertanto, il sospettato», ribadisce la Finanza, «svolgendo in modo non occasionale una consistente attività privata ha violato il precetto che prevede anche l’obbligo di versamento del compenso indebitamente ricevuto dal dipendente pubblico su un conto corrente dedicato dell’amministrazione d’appartenenza, per essere destinato a incrementare il fondo di produttività dell’ente». Le investigazioni hanno fatto emergere un danno erariale patito dalle pubbliche finanze, per i mancati versamenti dei compensi da parte del dipendente pubblico, per un importo complessivo di 335mila euro. Tale danno segnalato dai finanzieri alla magistratura contabile, cui vanno aggiunti interessi, rivalutazioni e spese accessorie, è stato quantificato dalla Corte dei Conti in 340mila euro, valore corrispondente al sequestro eseguito.
«Intendo rivolgere un plauso alla Finanza», dichiara il manager Asl, Rinaldo Tordera, «per il lavoro che svolge nelle pubbliche amministrazioni al fine di prevenire e individuare casi di irregolarità nella condotta individuale dei dipendenti. Non entro nel merito della vicenda, ma mi auguro che la persona interessata possa dimostrare la sua estraneità».
Tursini, contattato dal Centro tramite il suo legale, ha ritenuto opportuno di non intervenire. Presto, comunque, ci saranno le contromosse della difesa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA