Dottori e farmacisti bocciano la ricetta del governo Monti
Sulmona, addetti ai lavori contrari al divieto di indicare il nome del prodotto da prescrivere Favorevole Schiavo (Farmajet): così si interrompe un mercato che privilegia solo alcune ditte
SULMONA. La stretta sui farmaci “griffati”, disposta dal governo Monti nell’ambito della spending review (revisione della spesa pubblica), ha creato discussioni e polemiche anche in città. L’obbligo da parte dei medici di indicare sulla ricetta i principi attivi e non il nome del farmaco spacca anche il fronte degli addetti ai lavori. Pareri discordi con medici contrari al provvedimento e farmacisti che si dividono tra quelli favorevoli e quelli contrari.
In mezzo gli utenti che accolgono con soddisfazione la novità, soprattutto perché potrebbe essere per loro, un modo per risparmiare sull’acquisto dei medicinali. La nuova normativa, in fase di approvazione, impone che i medicinali di marca possano essere segnati in ricetta solo ai malati cronici che già li usano, in tutti gli altri casi basterà indicare il principio attivo. Si potrà ancora prescrivere un medicinale indicando il nome commerciale ma, in questo caso, bisognerà che i medici ne spieghino le ragioni. «Sono sicuro che la nuova normativa sui farmaci creerà solo grosse difficoltà e molta confusione», spiega Luciano Marinucci, medico ospedaliero della Asl, «perché spetterà alla discrezionalità dei farmacisti cosa dare o cosa non dare ai pazienti. Una prerogativa, questa, che deve restare competenza esclusiva dei medici sia ambulatoriali che ospedalieri, perché solo loro possono sapere quale farmaco sia più efficace per un paziente con determinate caratteristiche fisiche e patologiche che i farmacisti non possono sicuramente conoscere». Ancora più duro il sindaco e medico Fabio Federico. «Mancava solo che la politica si mettesse a fare il medico», sbotta Federico, «questa nuova “genialata” serve solo a svilire il ruolo dei professionisti e dei medici. Per questo dico che la decisione su quale tipo di farmaco dare a un paziente spetti solo al medico». Favorevoli alla nuova normativa sui farmaci che, dopo aver superato l'esame della commissione Bilancio del Senato, è approda anell'aula di Palazzo Madama, alcuni professionisti nella distribuzione dei farmaci. «Fino ad oggi si era sviluppato uno sfacciato mercato che privilegiava alcuni farmaci invece di altri», precisa Piergiorgio Schiavo di Farmajet (la farmacia online), «con i medici che influenzavano in maniera decisa il mercato. Con le nuove regole saranno gli utenti a decidere quale medicinale scegliere. Se optare per un generico o spendere più soldi per un farmaco di marca. Prima era il medico che indicando il nome del farmaco faceva una pressione psicologica sul paziente che non poteva far altro che seguire le indicazioni del dottore». Contrario il farmacista Roberto Leone. «Una legge che non serve e non crea risparmio per lo Stato», sottolinea, »ma che provoca solo difficoltà ai medici che non possono più scegliere quale farmaco dare ai loro pazienti».
Claudio Lattanzio
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