Elezioni, Lombardi in campo
L'ex primo cittadino tentato dall'idea di tornare a fare il sindaco
L'AQUILA. Un elenco delle cose da fare e degli errori compiuti, dal sisma ad oggi, da consegnare al prossimo consiglio comunale. È la proposta del presidente della commissione di Garanzia Enzo Lombardi tentato - come il deputato dell'Udc Pierluigi Mantini - dalla candidatura a sindaco.
Lombardi guarda al futuro della città con preoccupazione. La ricostruzione non parte, il centro storico è abbandonato, il Comune è imprigionato «in mille interessi legati al potere personale più che all'esigenza comune di gestire una situazione delicatissima».
L'ex sindaco dell'Aquila ha voluto incontrare la stampa per illustrare i passaggi che secondo lui la politica deve fare subito per il futuro della città.
Il decalogo di quello che non va e degli interventi che sono stati fatti - una sorta di strumento di lavoro - è il primo passo.
«Immaginate quanto sarebbe bello vedere maggioranza e opposizione sedute attorno allo stesso tavolo, impegnate a creare una sorta di comitato scientifico per mettere a punto un decalogo da consegnare al prossimo consiglio comunale», ha detto il senatore. E a chi ha chiesto se non sia troppo tardi, Lombardi ha risposto affermando: «Siamo sempre in tempo, ma serve buon senso da parte di tutti».
L'esponente del centrodestra ha poi indicato quelli che secondo lui sono «i punti di debolezza della gestione del post-sisma da parte del Comune, sui quali agire. L'organizzazione logistica e funzionale prima di tutto. Non è possibile che a due anni dal terremoto il Comune non abbia ancora una sua casa. Come pretendiamo di dare segnali di fiducia ai cittadini sulla ricostruzione, se l'amministrazione non è stata capace neppure di individuare una sede unica?».
Poi c'è l'attività tecnico-amministrativa.
«Inesistente già prima del terremoto, quando non c'era la capacità di innovare. Figuriamoci ora», ha detto Lombardi, «con questa emergenza da gestire, l'attività amministrativa è ridotta all'osso».
Fra le altre debolezze rilevate dall'ex sindaco dell'Aquila ci sono anche «programmazione, mandato e trasparenza: sono inesistenti», ha commentato «Dov'è, ad esempio, l'aggiornamento del progetto di mandato del sindaco Cialente? Lo sto aspettando dal 2008».
Infine, la ricostruzione dei servizi e dei sottoservizi.
«Ama, Afm, Centro turistico, Csa e Sed sono caratterizzate da clientela, inefficienza e sprechi finanziari».
Parole dure che Lombardi ha riservato anche alla gestione in generale della "cosa pubblica" da parte dell'amministrazione comunale.
Il terremoto sarebbe servito, a giudizio di Lombardi, per accontentare ambizioni e distribuire poltrone: «Le competenze sono state eccessivamente parcellizzate fra gli assessori», ha fatto notare, sventolando i risultati di uno studio da lui stesso condotto e dal quale emerge «una sovrapposizione delle deleghe assessorili. Una situazione aggravata» ha concluso «dalla pletora di candidati sindaci emersa un anno prima delle elezioni. Un danno alla città».
Salvo poi lasciare intendere che dopo Pierluigi Mantini (Udc), anche lui, se opportunamente stimolato dai cittadini, potrebbe decidere di candidarsi per la poltrona di sindaco.
Lombardi guarda al futuro della città con preoccupazione. La ricostruzione non parte, il centro storico è abbandonato, il Comune è imprigionato «in mille interessi legati al potere personale più che all'esigenza comune di gestire una situazione delicatissima».
L'ex sindaco dell'Aquila ha voluto incontrare la stampa per illustrare i passaggi che secondo lui la politica deve fare subito per il futuro della città.
Il decalogo di quello che non va e degli interventi che sono stati fatti - una sorta di strumento di lavoro - è il primo passo.
«Immaginate quanto sarebbe bello vedere maggioranza e opposizione sedute attorno allo stesso tavolo, impegnate a creare una sorta di comitato scientifico per mettere a punto un decalogo da consegnare al prossimo consiglio comunale», ha detto il senatore. E a chi ha chiesto se non sia troppo tardi, Lombardi ha risposto affermando: «Siamo sempre in tempo, ma serve buon senso da parte di tutti».
L'esponente del centrodestra ha poi indicato quelli che secondo lui sono «i punti di debolezza della gestione del post-sisma da parte del Comune, sui quali agire. L'organizzazione logistica e funzionale prima di tutto. Non è possibile che a due anni dal terremoto il Comune non abbia ancora una sua casa. Come pretendiamo di dare segnali di fiducia ai cittadini sulla ricostruzione, se l'amministrazione non è stata capace neppure di individuare una sede unica?».
Poi c'è l'attività tecnico-amministrativa.
«Inesistente già prima del terremoto, quando non c'era la capacità di innovare. Figuriamoci ora», ha detto Lombardi, «con questa emergenza da gestire, l'attività amministrativa è ridotta all'osso».
Fra le altre debolezze rilevate dall'ex sindaco dell'Aquila ci sono anche «programmazione, mandato e trasparenza: sono inesistenti», ha commentato «Dov'è, ad esempio, l'aggiornamento del progetto di mandato del sindaco Cialente? Lo sto aspettando dal 2008».
Infine, la ricostruzione dei servizi e dei sottoservizi.
«Ama, Afm, Centro turistico, Csa e Sed sono caratterizzate da clientela, inefficienza e sprechi finanziari».
Parole dure che Lombardi ha riservato anche alla gestione in generale della "cosa pubblica" da parte dell'amministrazione comunale.
Il terremoto sarebbe servito, a giudizio di Lombardi, per accontentare ambizioni e distribuire poltrone: «Le competenze sono state eccessivamente parcellizzate fra gli assessori», ha fatto notare, sventolando i risultati di uno studio da lui stesso condotto e dal quale emerge «una sovrapposizione delle deleghe assessorili. Una situazione aggravata» ha concluso «dalla pletora di candidati sindaci emersa un anno prima delle elezioni. Un danno alla città».
Salvo poi lasciare intendere che dopo Pierluigi Mantini (Udc), anche lui, se opportunamente stimolato dai cittadini, potrebbe decidere di candidarsi per la poltrona di sindaco.
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