Emergenza a Campli e Castelli
Pericoli di crollo, sgomberi e strade chiuse nei due centri storici
TERAMO. L'elenco dei danni cresce di ora in ora e alimenta la paura della gente. A Teramo sgomberati un palazzo di cinque piani nella frazione di San Nicolò e una casa nel quartiere Colleatterrato. A Campli e Castelli le ferite più grandi. La cittadina dei Farnese è isolata. A causa del rischio crollo di uno storico edificio dell'anno mille, il Comune ieri ha chiuso l'unica circonvallazione esterna. Nell'antico borgo della ceramica divieto di accesso in centro storico: lo ha firmato il sindaco Concezio Di Flavio dopo che dei massi si sono staccati dallo sperone di roccia su cui poggia il vecchio abitato che conta già 18 edifici inagibili. «Non ho sgomberato il centro», precisa il primo cittadino, «ma le lesioni sono in tutte le case e la gente ormai non c'è più».
A Castelli, Montorio e Tossicia ieri sono arrivati gli esperti della Protezione civile nazionale per fare sopralluoghi. La decisione è stata presa al termine di un vertice che si è svolto in mattinata in prefettura tra i sindaci della montagna e il prefetto Francesco Camerino. Nella riunione di ieri mattina gli amministratori hanno elencato le emergenze dei loro territori.
CAMPLI E CASTELLI. Campli da ieri è isolata: la circonvallazione esterna è stata chiusa al traffico perchè uno storico edificio dell'anno mille rischia il crollo proprio sulla strada. Così tutto il traffico è stato dirottato in centro storico, dove però non possono arrivare gli autobus. Tutte le chiese sono chiuse ed è crollata parte della facciata della chiesa della Misericordia del 1200. E' inagibile anche la chiesa di San Paolo con la Scala Santa, la scala che percorsa in determinati giorni garantisce l'indulgenza plenaria. Lesionato il ponte Piotta, mentre c'è stato un edificio sgomberato in centro e quattro in alcune frazioni. Da ieri il centro storico di Castelli è chiuso. Il sindaco Concezio Di Flavio ha firmato un divieto di accesso. «L'ho fatto su consiglio dei vigili del fuoco», dice il sindaco, «per precauzione». E fa paura lo sperone di roccia su cui si trova l'antico borgo. «Dei massi si sono staccati nella parte più alta», dice il sindaco, «e la Protezione civile è venuta a vedere quello che è successo». Nel frattempo la gente di Castelli da giorni non dorme più in casa ma nella tendopoli allestita nel centro Ceramico castellano. «Voglio ringraziare», dice Di Flavio, «la disponibilità del vescovo Michele Seccia che già nella serata di mercoledì è venuto da noi e ci ha messo a disposizione dei posti nella struttura di Casa Madre Ester dove abbiamo già sistemato anziani».
TERAMO. Nel capoluogo si allunga l'elenco dei palazzi inagibili: finora il Comune ne ha dichiarati settanta, quasi tutti nel centro storico, ma si tratta di un numero destinato a crescere. Sono seicento le richieste di verifiche arrivate e trecento quelle già fatte. Ieri sera a San Nicolò è stato sgomberato un palazzo di cinque piani costruito nel 1984: fuori casa ci sono 38 famiglie. Al cimitero di Cartecchio numerose sono le zone transennate. Restano chiusi gli uffici e gli ambulatori Asl di circonvallazione Ragusa. Crepe anche nel palazzo del tribunale, in particolare negli uffici che ospitano la cancelleria lavoro chiusi a scopo precauzionale. Chiuso anche l'ingresso della procura (ex caserma Rossi) sul lato tribunale: resta aperto quello in piazza Madonna delle Grazie.
LE CHIESE. «La cosa più importante è aver messo in sicurezza alcuni edifici. La sinergia tra funzionari dei Beni culturali e Vigili del fuoco ha permesso di eliminare la pericolosità per le persone e la vulnerabilità dei bene culturale» spiega Marina Cesira D'Innocenzo, architetto della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggio - Gruppo di Teramo. Gli interventi più impegnativi e spettacolari sono stati, tra giovedì e venerdì, l'imbracatura del campanile di San Domenico con tubi d'acciaio e nastri resistenti a forti tensioni, lo smontaggio della guglia della Madonna del Carmine (depositata nel cortile dell'adiacente caserma dei carabinieri), l'intervento sulla torre campanaria del Duomo per rimuovere alcuni elementi lapidei, e la rimozione di due dei quattro torrini che ornano il campanile dell'Annunziata, vistosamente ruotati.
(Hanno collaborato Anna Fusaro, Marino Fiorà)
A Castelli, Montorio e Tossicia ieri sono arrivati gli esperti della Protezione civile nazionale per fare sopralluoghi. La decisione è stata presa al termine di un vertice che si è svolto in mattinata in prefettura tra i sindaci della montagna e il prefetto Francesco Camerino. Nella riunione di ieri mattina gli amministratori hanno elencato le emergenze dei loro territori.
CAMPLI E CASTELLI. Campli da ieri è isolata: la circonvallazione esterna è stata chiusa al traffico perchè uno storico edificio dell'anno mille rischia il crollo proprio sulla strada. Così tutto il traffico è stato dirottato in centro storico, dove però non possono arrivare gli autobus. Tutte le chiese sono chiuse ed è crollata parte della facciata della chiesa della Misericordia del 1200. E' inagibile anche la chiesa di San Paolo con la Scala Santa, la scala che percorsa in determinati giorni garantisce l'indulgenza plenaria. Lesionato il ponte Piotta, mentre c'è stato un edificio sgomberato in centro e quattro in alcune frazioni. Da ieri il centro storico di Castelli è chiuso. Il sindaco Concezio Di Flavio ha firmato un divieto di accesso. «L'ho fatto su consiglio dei vigili del fuoco», dice il sindaco, «per precauzione». E fa paura lo sperone di roccia su cui si trova l'antico borgo. «Dei massi si sono staccati nella parte più alta», dice il sindaco, «e la Protezione civile è venuta a vedere quello che è successo». Nel frattempo la gente di Castelli da giorni non dorme più in casa ma nella tendopoli allestita nel centro Ceramico castellano. «Voglio ringraziare», dice Di Flavio, «la disponibilità del vescovo Michele Seccia che già nella serata di mercoledì è venuto da noi e ci ha messo a disposizione dei posti nella struttura di Casa Madre Ester dove abbiamo già sistemato anziani».
TERAMO. Nel capoluogo si allunga l'elenco dei palazzi inagibili: finora il Comune ne ha dichiarati settanta, quasi tutti nel centro storico, ma si tratta di un numero destinato a crescere. Sono seicento le richieste di verifiche arrivate e trecento quelle già fatte. Ieri sera a San Nicolò è stato sgomberato un palazzo di cinque piani costruito nel 1984: fuori casa ci sono 38 famiglie. Al cimitero di Cartecchio numerose sono le zone transennate. Restano chiusi gli uffici e gli ambulatori Asl di circonvallazione Ragusa. Crepe anche nel palazzo del tribunale, in particolare negli uffici che ospitano la cancelleria lavoro chiusi a scopo precauzionale. Chiuso anche l'ingresso della procura (ex caserma Rossi) sul lato tribunale: resta aperto quello in piazza Madonna delle Grazie.
LE CHIESE. «La cosa più importante è aver messo in sicurezza alcuni edifici. La sinergia tra funzionari dei Beni culturali e Vigili del fuoco ha permesso di eliminare la pericolosità per le persone e la vulnerabilità dei bene culturale» spiega Marina Cesira D'Innocenzo, architetto della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggio - Gruppo di Teramo. Gli interventi più impegnativi e spettacolari sono stati, tra giovedì e venerdì, l'imbracatura del campanile di San Domenico con tubi d'acciaio e nastri resistenti a forti tensioni, lo smontaggio della guglia della Madonna del Carmine (depositata nel cortile dell'adiacente caserma dei carabinieri), l'intervento sulla torre campanaria del Duomo per rimuovere alcuni elementi lapidei, e la rimozione di due dei quattro torrini che ornano il campanile dell'Annunziata, vistosamente ruotati.
(Hanno collaborato Anna Fusaro, Marino Fiorà)