Emergenza, buco da 170 milioni

Hotel e autonoma sistemazione: ecco i soldi che mancano a Chiodi

L'AQUILA. Centosettanta milioni. È questo, a spanne, il «buco» dell'emergenza che tiene in ansia il commissario del governo per la ricostruzione Gianni Chiodi e con lui i cittadini assistiti che non prendono i soldi dell'autonoma sistemazione, gli albergatori che si vedono bloccare le fatturazioni e le altre imprese che hanno prestato la loro opera e non sono state pagate. Diciassette mesi dopo il sisma il quadro dei conti dell'emergenza è ancora molto complesso e pesante. Del resto, i destinatari del contributo di autonoma sistemazione, poco meno di 26mila persone, sono in continuo aumento visto che c'è un travaso dall'elenco di assistiti negli alberghi e che continuano a percepire il contributo anche gli studenti universitari fuori sede e anche coloro che non sono riusciti a rientrare nella propria abitazione, in molti casi anche a lavori ormai finiti da tempo. Ogni mese di autonoma sistemazione, tra L'Aquila e cratere, significa qualcosa come 11 milioni al mese di contributo. Per molti, senza lavoro e senza casa, un vero e proprio sussidio di disoccupazione vecchia maniera. Se si pensa, poi, che il governo ha pagato fino a gennaio 2010 per L'Aquila, e che molti centri più piccoli sono in difficoltà persino per chiudere l'annualità 2009, si ha l'esatta dimensione del problema.

CHIODI IN MISSIONE. A questo si aggiungono i soldi per pagare gli alberghi, liquidare le spese sostenute per i traslochi, erogare l'indennizzo da 10mila euro per chi ha perso tutto nel crollo della propria casa. Senza contare, a margine, i puntellamenti e le altre spese per i lavori sostenuti dalle imprese. Proprio per questo motivo, il commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi è da due giorni a Roma per tenere «una serie di incontri necessari per definire le problematiche più urgenti e impellenti legate ai pagamenti della gestione dell'emergenza». L'agenda del commissario prevede infatti, «per tre giorni», dice una nota, «una serie di riunioni a tutti i livelli in grado di dare risposte immediate per il pagamento dei contributi di autonoma sistemazione, pagamenti alle imprese che hanno lavorato nella fase dell'emergenza e indennizzi agli albergatori che ospitano gli sfollati. Scopo principale della tre giorni romana del commissario è affrontare e sciogliere i nodi, economici e tecnici, che stanno creando alcuni problemi alla popolazione e a tutti i soggetti impegnati nella gestione della fase emergenziale». «Alcuni» problemi che per molte famiglie sono diventati troppo pesanti, insostenibili.

L'ASSEGNO MENSILE. La voce più consistente nell'elenco dei debiti è quella dell'autonoma sistemazione. I pagamenti statali sono fermi a gennaio 2010. Per evitare rivolte popolari il Comune dell'Aquila ha deciso di anticipare le mensilità di febbraio, marzo e aprile. Un esborso pari a circa 26 milioni di euro. Soltanto da pochi giorni sono stati accreditati al Comune 10 milioni, destinati a coprire la mensilità di maggio. Altri Comuni, specialmente quelli più piccoli, non hanno avuto la possibilità di operare alcun tipo di anticipazione.

ALBERGHI. Sono poco meno di tremila le persone che continuano a usufruire dell'ospitalità negli alberghi. Di questi, circa 2mila risiedono in hotel, pensioni e residence situati nel territorio provinciale dell'Aquila. Il quadro dei pagamenti è altrettanto complesso. Infatti gli arretrati sono pesanti. Gli alberghi della costa hanno ricevuto le spettanze fino al mese di ottobre 2009. All'Aquila il saldo è fermo a ottobre-novembre 2009, anche se è arrivata un'anticipazione per il mese di gennaio 2010. Per coprire le spese rendicontate fino a luglio occorrono 70 milioni. Restano fuori da questo conteggio i mesi di agosto e settembre. La previsione di spesa mensile per il periodo autunnale si aggira sui 5 milioni.

TRASLOCHI. Come ha scritto anche il sindaco Massimo Cialente nella lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella lista dei debiti ci sono anche i traslochi, i depositi di mobili, gli indennizzi per i danni ai beni mobili delle abitazioni crollate. Per non parlare, poi, del capitolo dei puntellamenti e degli altri lavori delle imprese che hanno operato ma non sono state pagate. Insomma, una marea di debiti.

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