Ex Onpi, dodici posti letto per i malati terminali
Il Comune ha ratificato con l’Asl un’intesa per aprire la struttura nel 2015 Ok in consiglio al servizio pediatrico di base anche a bambini figli di immigrati
L’AQUILA. Sarà il terzo in Abruzzo, dopo quelli di Lanciano e di Pescara, l’Hospice dell’Aquila, che si occuperà della cura dei malati terminali. Una struttura che potrebbe diventare realtà entro il 31 marzo 2015. Il consiglio comunale ha dato via libera alla ratifica dell’accordo di programma tra Asl e Comune per l’istituzione dell’hospice, all’interno del Centro servizi anziani del Comune (ex Onpi), in via Scarfoglio. Sulla base dell’accordo, nei locali del Centro, oggetto di interventi di recupero e ampliamento a seguito del sisma, sorgerà una struttura attrezzata, con 12 posti letto accreditati. In cambio della cessione dei locali già ristrutturati da parte del Comune verranno realizzati, a carico dell’Asl, i lavori di ampliamento per la realizzazione dei nuovi locali del Csa.
A seguito dell’approvazione all’unanimità di due emendamenti, proposti dal consigliere Giustino Masciocco (Sel), i lavori dovranno terminare entro il 31 marzo 2015, con la previsione di una penale, a carico dell’Azienda sanitaria, in caso contrario, di 50 euro per ogni giorno di ritardo. La delibera, presentata dal vicesindaco Roberto Riga, è stata approvata con 19 voti favorevoli e due di astensione. Il consiglio ha anche deliberato una nuova variazione di bilancio di previsione 2013, la terza, per complessivi 669mila euro. La delibera, illustrata in aula dall’assessore al Bilancio Lelio De Santis, è stata approvata con 15 voti favorevoli e due contrari. L’assemblea, infine, ha approvato anche una mozione, illustrata dal consigliere straniero Gamal Bouchaib, per l’erogazione del servizio pediatrico di base ai bambini figli di immigrati, anche nel caso di scadenza del permesso di soggiorno, a seguito della perdita del lavoro, da parte dei genitori. Attraverso il documento, il consiglio sollecita la Regione ad avviare il percorso amministrativo per arrivare all’approvazione di una legge ad hoc, come previsto dall’accordo Stato-Regioni. Il consiglio è poi stato sciolto per mancanza di numero legale quando si è parlato di Tares.
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