Ex sindaco: così fermammo D’Annuntiis

Assessore provinciale svela i retroscena sui tentativi dell’architetto indagato per corruzione di ottenere l’incarico

L’AQUILA. C’è dove ha lavorato e dove no. Se Barete ha liquidato una parcella da 75mila euro all’architetto di Corropoli Marco D’Annuntiis, poi raggiunto da un avviso di garanzia per corruzione, in altri casi i tentativi di ottenere l’incarico per i piani di ricostruzione non sono andati a buon fine. Anzi. In mezzo anche letteracce, proteste e tanto altro. Su questi aspetti farà luce l’inchiesta della procura. Che un primo effetto, tuttavia, l’ha già ottenuto. C’è chi ci tiene a prendere le distanze da quanto sta emergendo attorno all’assegnazione degli incarichi per i piani di ricostruzione, che oltre alle battaglie legali ha prodotto polemiche e divisioni durate mesi. E non ancora sopite.

DUE ANNI PERSI. «Mi hanno fatto perdere due anni». L’assessore provinciale Mauro Fattore, già sindaco, e ora vice, di Fagnano Alto, parla di chi lo ha sviato nella fase preparatoria della ricostruzione del suo paese. «Mi dicevano: se vai con le Università fai subito. Io studiavo le carte e loro correggevano il bando». Loro chi? «Chi ha avuto in mano le redini». Gli uomini della struttura di missione dell’architetto Gaetano Fontana, ora indagato per corruzione così come D’Annuntiis ed Enrico Nigris. «Alla fine il Comune di Fagnano ha scelto la strada della gara. Non si possono affidare i piani alle Università dietro la corresponsione di rimborsi spese. Con centinaia di migliaia di euro non si può parlare di rimborsi. La nostra è stata una gara pubblica, bando aperto. Nel corso della procedura, un bel giorno, davanti alla commissione, si è alzato un personaggio che solo dopo ho saputo essere l’architetto D’Annuntiis, che ha protestato. Prima a voce e poi per iscritto, accusandoci di irregolarità. Da quanto ho potuto capire, il suo interesse era quello di realizzare il lavoro, accreditandosi come persona vicina a chi conta».

L’ESCLUSIONE. «Tutto questo», prosegue Fattore, «perché, in un primo momento, era stato escluso per un errore nella presentazione dell’offerta. Alla fine, per evitare polemiche e ricorsi che ci avrebbero fatto perdere ulteriore tempo, abbiamo ammesso tutti, ma D’Annuntiis non è arrivato tra i primi. Conservo la sua lettera offensiva. Avevamo stimato 300mila euro, per 10 frazioni e 25 chilometri quadrati, ci è stata autorizzata una spesa per 100mila. Su quella abbiamo fatto il bando. Sono amareggiato e deluso: per rispettare la legge ho perso due anni e c’è chi ha affidato in maniera illegittima incarichi alle università per milioni, sottraendo soldi alla ricostruzione. Sono sorpreso dall’atteggiamento di chi, tra le altre cose, collabora con la struttura tecnica e ha partecipato al bando di gara. Mi sembra strano che abbia accusato noi di fare trucchi ».

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