mancanza di commesse
Fallita la Edimo spa del gruppo Taddei In 112 vanno a casa
L’AQUILA. «La sede dell'Agenzia unica regionale del lavoro non può che essere L'Aquila. E' assurdo continuare a parlare di legge sull'Aquila capoluogo, un contenitore da riempire di sostanza, quando...
L’AQUILA. Solo qualche settimana fa erano state aperte le procedure di mobilità per 60 dipendenti. Ma ora la situazione è precipitata: il tribunale di Roma ha dichiarato il fallimento della Edimo Spa, una delle aziende del gruppo Edimo, dove lavorano 112 persone. La decisione, con la nomina del curatore fallimentare Luigi Labonia, è stata presa lo scorso 19 febbraio. Solo ieri, quando si sarebbe dovuto svolgere un tavolo sindacale nella sede di Confindustria, la notizia è stata ufficializzata. La Edimo Spa, nata dalla fusione dei settori carpenteria e prefabbricati, nel 2013 ha chiuso il bilancio con una perdita di 5 milioni: nel triennio 2011-2013 si è passati da 33,8 milioni a 14,5, per arrivare ai circa 10 milioni di previsione del 2014. La mancanza di commesse e le grosse perdite registrate avevano costretto il patron Carlo Taddei (nella foto) ad annunciare l’apertura delle procedure di mobilità, anticamera del licenziamento, per la metà del personale: gli operai erano già in cassa integrazione straordinaria, in scadenza il 10 marzo. I sindacati avevano respinto i licenziamenti, senza firmare l’accordo, in attesa della riunione fissata per il 26 febbraio. Ma mercoledì sera Confindustria ha revocato l’incontro. E ieri mattina è arrivata la doccia fredda: la Edimo Spa è fallita. «Un fulmine a ciel sereno», commenta amareggiata Clara Ciuca della Uilm, «che getta in mezzo alla strada 112 famiglie. Conoscevamo le problematiche dell’azienda e avevamo lanciato l’allarme all’indomani della notizia del ricorso alla mobilità, sollecitando l’intervento della politica. Ma nessuno pensava al fallimento. Eravamo pronti a trattare sulla mobilità volontaria. E invece dobbiamo assistere all’ennesimo dramma occupazionale, ancora più pesante perché colpisce un’impresa aquilana. Le responsabilità sono della proprietà, ma anche delle istituzioni locali, in primis la Regione. Ma gli amministratori», sottolinea Ciuca, «si sono accorti di cosa sta succedendo in questo territorio?», Secondo Alfredo Fegatelli della Fiom, «il fallimento della Edimo Spa è sintomatico di una crisi profonda e ancora più grave, se possibile, dei precedenti, visto che colpisce un’azienda che opera nel settore della costruzioni in quello che dovrebbe essere il più grande cantiere d’Europa».
Il gruppo Edimo di Poggio Picenze, che conta 700 tra dipendenti e indotto, è stato impegnato sia nella fase dell’emergenza (25 palazzine del Progetto Case) sia nella ricostruzione (ultima acquisizione in ordine di tempo l’appalto per i sottoservizi del centro storico, insieme all’Acmar di Ravenna e all’altra impresa aquilana Edilfrair).
Questa notizia non farà altro che creare allarme anche per le conseguenze riguardante l’indotto che per quanto riguarda una azienda grande come la Edimo ha delle ripercussioni notevoli.
Resta comunque una doccia fredda per la quale gli enti locali non possono chiamarsi fuori visti i posti di lavoro che sono in ballo.
(r.s.)
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