Federico: mi dimetto tra 15 giorni

Il primo cittadino: «Prima devo sistemare i servizi esterni». Più garanzie per le cooperative

SULMONA. Gli addetti ai lavori lo ritengono “il miglior accordo possibile” per evitare lo stop dei servizi in città e garantire i dipendenti delle cooperative. Almeno per un altro mese. Il consiglio comunale, ieri, ha approvato la variazione e il riequilibrio di bilancio ma l'opposizione ha chiesto e ottenuto le dimissioni del sindaco Fabio Federico. Dimissioni che arriveranno entro un paio di settimane e, comunque, a poco più di un mese dal termine naturale del mandato, previsto a gennaio.

Il primo cittadino, nell'ambito dell'accordo, ha chiesto tempo affinché il consiglio comunale possa recepire la legge regionale sulla casa e approvare il piano esternalizzazione dei servizi per garantire, nei prossimi anni, la stabilità ai circa 70 dipendenti delle cooperative che gestiscono i servizi esterni del Comune.

Lavoratori e sindacalisti, non a caso, ieri mattina hanno assistito con trepidazione al consiglio comunale. Alle 14.10, dopo un'interruzione di oltre mezz'ora e una serie di incontri tra maggioranza e opposizione, la seduta è ripresa con l'annuncio di Federico. «Per il bene della città», è intervenuto il sindaco, «e per evitare le gravi conseguenze che deriverebbero dalla mancata approvazione dei provvedimenti contabili, annuncio le mie dimissioni. Siamo a fine mandato, la città ha il diritto di riprendersi e i lavoratori delle cooperative hanno bisogno di garanzie. Mi dimetterò dopo che il consiglio comunale avrà recepito la legge regionale sulla casa e approvato il piano di esternalizzazione dei servizi. Se non sarà approvato il riequilibrio e la variazione di bilancio», ha sottolineato, «non ci saranno soldi per il trasporto locale, luce, gas e riscaldamento del Comune e delle scuole cittadine».

La discussione, durante la mattinata, è stata molto animata. La maggioranza ha tenuto a precisare che i conti del Comune sono in ordine, ma senza l'approvazione del bilancio non sarebbe stato possibile utilizzarli. L'opposizione, invece, ha cominciato da subito a incalzare il primo cittadino per ottenere le sue dimissioni.

«Non si può fare terrorismo psicologico dicendo che non ci sono i soldi per i servizi primari», ha incalzato Mimmo Di Benedetto del Pd, «questa situazione è il risultato di una gestione approsimativa messa in atto per anni dall'amministrazione».

Dello stesso avviso anche il capogruppo dell'Idv, Giuseppe Ranalli. «Se il sindaco riconosce i suoi errori e si dimette», ha aggiunto, «noi voteremo il bilancio, ma bisogna riconoscere che l’amministrazione non ha più la maggioranza e neanche la fiducia». Dopo l'annuncio del sindaco gli animi si sono placati. Entrambe le parti hanno ottenuto ciò che volevano: la maggioranza l'approvazione del bilancio, l'opposizione le dimissioni del primo cittadino. «Siamo convinti», ha sostenuto Antonio Iannamorelli capogruppo del Pd , «che sia stata fatta la cosa giusta, abbiamo dimostrato che insieme è possibile trovare un accordo per il bene della città». E così, al momento della votazione poco prima delle 14.30, l'opposizione ha abbandonato l'aula, a garantire il numero legale, come previsto dall'accordo, è stato il capogruppo del Psi Luciano Marinucci. I consiglieri di Rialzati Abruzzo, Cristian La Civita e Antonio De Deo, si sono astenuti, ha espresso voto contrario il capogruppo Udc Luigi Rapone che, da sempre, ha contestato il bilancio e ogni sua variazione. Il provvedimento è così stato approvato a maggioranza. Soddisfatto anche il consigliere Filadelfio Manasseri (Api). «È stato raggiunto l'accordo migliore», ha ribadito, «per garantire i lavoratori delle cooperative e i servizi in città».

Chiara Buccini

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