Fiera San Massimo, 120 banchi in centro
Domenica in piazza e lungo il Corso ambulanti protagonisti in occasione della rassegna promossa per la festa del patrono
L’AQUILA. La fiera di San Massimo torna in centro storico con 120 ambulanti provenienti da cinque regioni diverse (oltre all’Abruzzo). Domenica, sole o pioggia, vento o nuvole, i commercianti ambulanti torneranno a vendere nelle vie del centro puntellato. E così, mentre a Roma si discute in interminabili tavoli tecnici di come e dove trovare i soldi per la ricostruzione, i commercianti cercano di reagire, riportando la vita nel cuore della città, che ha uno dei centri storici medievali più estesi d’Italia. La manifestazione – giunta alla nona edizione (nel 2009 saltò causa sisma) e organizzata dalla Confcommercio e da Rete Imprese con il supporto del Comune – è stata presentata ieri. Presenti, tra gli altri, il direttore regionale della Confcommercio Celso Cioni e il presidente provinciale Alberto Capretti, Carlo Frutti per Rete Imprese e l’assessore al Turismo Lelio De Santis. Gli ambulanti arriveranno da Emilia Romagna (ci sarà anche il banco della piadina romagnola direttamente da uno dei paesi colpiti dal sisma dell’anno scorso), Lazio, Umbria, Campania e Molise. Il cuore della fiera – nella quale predomineranno i prodotti enogastronomici come pizze, “frittelle”, formaggi e salumi, miele e dolci – sarà piazza Duomo. «Era il centro del mercato cittadino prima del sisma», ha ricordato Capretti, «dove si è sempre svolto fin dal 1300, esempio raro di mercato quotidiano in Italia». Da lì, i banchi si dirameranno lungo corso Vittorio Emanuele II, corso Principe Umberto e piazza Palazzo. «Il 40% dei venditori ambulanti è locale, i restanti provengono dalle altre regioni», ha chiarito Capretti. Il ritorno in centro della fiera di San Massimo ha riaperto il dibattito sulla questione della crisi economica che attanaglia i piccoli commercianti, che pagano le conseguenze della mancanza di un piano capace di riordinare le attività sparse su tutto il territorio dopo il terremoto. Molti ambulanti, ad esempio, lamentano gli «affari scarsi» che si fanno a piazza d’Armi, mentre sono decine le attività commerciali del centro che hanno chiuso per sempre. «Ci vuole il coraggio di riportare iniziative in centro», ha detto Cioni, approvando la proposta dell’assessore De Santis, secondo il quale «bisogna organizzare un evento al mese nel cuore della città insieme ai commercianti ambulanti, per ridare agli aquilani l’abitudine a tornare in centro».
La Confcommercio spera che la scelta di tornare tra le vie cittadine per la fiera di San Massimo produca un giro d’affari maggiore degli altri anni. Ma per avere una vera boccata d’ossigeno, «si dovrebbero raggiungere almeno i livelli del 2005», spiega Capretti, «e attestarsi intorno ai 200mila euro».
Marianna Gianforte
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