Film Commission, lo scontro è senza fine
L’opposizione all’attacco di Biondi sul rischio che la sede della fondazione venga assegnata a Pescara
L’AQUILA. È scontro senza fine sulla sede della Film Commission regionale. Dopo la presa di posizione del sindaco Pierluigi Biondi, che ricordava come il governatore Marco Marsilio si fosse già espresso su L’Aquila come luogo scelto, rispedendo indietro le accuse di marginalizzazione del capoluogo, ora le opposizioni tornano alla carica.
«Dopo mesi di silenzio imbarazzato e imbarazzante, il sindaco è intervenuto nel dibattito regionale ma non per difendere le legittime prerogative del nostro territorio, ma per difendere di nuovo una giunta regionale che, in questi anni, non ha fatto altro che umiliare le aree interne abruzzesi», scrive il Partito democratico dell’Aquila, continuando: «Biondi veste da tempo i panni di dirigente di Fratelli d’Italia e non di sindaco. Ora però sta superando il limite: nella corsa affannata a tutela e scudo di Marsilio, Biondi perde di vista il suo ruolo che non è quello di verificare cosa accade nel consiglio comunale di Pescara dove legittimamente ci si preoccupa del futuro della città, ma piuttosto quello di esprimersi in prima persona per L’Aquila. Quindi a fronte di una sollecitazione come quella del consigliere regionale Pietrucci, Biondi ha il dovere di fare una sola cosa ed è dire: “Come sindaco della città capoluogo mi batterò in ogni luogo perché la sede della Film Commission, legale e operativa, sia qui all'Aquila”. Punto. Altre cose e riferimenti a campagne elettorali non dovrebbero essere tra le sue preoccupazioni a meno che non voglia fare altro».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Paolo Romano del gruppo di opposizione L’Aquila nuova. «Uno degli obiettivi scritti nel programma di mandato 2022 di Biondi era la realizzazione della fondazione Film Commission all’Aquila», scrive, «era previsto anche il reperimento di un manufatto abbandonato nella immediata periferia dell’Aquila che avrebbe ospitato studios attrezzati e completi di tutti i servizi tecnici e artistici di supporto alle produzioni. Sembra di vedere l’identikit della Ex Sercom non fosse che poi vi sono ricadute altre scelte, molto più impalpabili». Quindi ancora: «Biondi ha avuto a disposizione un anno intero per ribadire le volontà politiche scritte nel suo programma di mandato, elevare e promuovere un solido dibattito pubblico, ricostruire la storia e restituire certezza alla sede della fondazione nel capoluogo abruzzese. Invece ha preferito tacere per un anno intero per sbraitare solo oggi, dopo le rivendicazioni di Pescara. Ma dalle sue parole si nota solo un arroccamento che nasconde debolezza: è debole dichiarare che L’Aquila sarà sede della Film Commission solo sulla base di dichiarazioni di Marsilio così come è debole asserire che Masci adesso rivendicherebbe per Pescara una sede distaccata in un triste gioco al ribasso per l’uno come per l’altro».
«Dopo mesi di silenzio imbarazzato e imbarazzante, il sindaco è intervenuto nel dibattito regionale ma non per difendere le legittime prerogative del nostro territorio, ma per difendere di nuovo una giunta regionale che, in questi anni, non ha fatto altro che umiliare le aree interne abruzzesi», scrive il Partito democratico dell’Aquila, continuando: «Biondi veste da tempo i panni di dirigente di Fratelli d’Italia e non di sindaco. Ora però sta superando il limite: nella corsa affannata a tutela e scudo di Marsilio, Biondi perde di vista il suo ruolo che non è quello di verificare cosa accade nel consiglio comunale di Pescara dove legittimamente ci si preoccupa del futuro della città, ma piuttosto quello di esprimersi in prima persona per L’Aquila. Quindi a fronte di una sollecitazione come quella del consigliere regionale Pietrucci, Biondi ha il dovere di fare una sola cosa ed è dire: “Come sindaco della città capoluogo mi batterò in ogni luogo perché la sede della Film Commission, legale e operativa, sia qui all'Aquila”. Punto. Altre cose e riferimenti a campagne elettorali non dovrebbero essere tra le sue preoccupazioni a meno che non voglia fare altro».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Paolo Romano del gruppo di opposizione L’Aquila nuova. «Uno degli obiettivi scritti nel programma di mandato 2022 di Biondi era la realizzazione della fondazione Film Commission all’Aquila», scrive, «era previsto anche il reperimento di un manufatto abbandonato nella immediata periferia dell’Aquila che avrebbe ospitato studios attrezzati e completi di tutti i servizi tecnici e artistici di supporto alle produzioni. Sembra di vedere l’identikit della Ex Sercom non fosse che poi vi sono ricadute altre scelte, molto più impalpabili». Quindi ancora: «Biondi ha avuto a disposizione un anno intero per ribadire le volontà politiche scritte nel suo programma di mandato, elevare e promuovere un solido dibattito pubblico, ricostruire la storia e restituire certezza alla sede della fondazione nel capoluogo abruzzese. Invece ha preferito tacere per un anno intero per sbraitare solo oggi, dopo le rivendicazioni di Pescara. Ma dalle sue parole si nota solo un arroccamento che nasconde debolezza: è debole dichiarare che L’Aquila sarà sede della Film Commission solo sulla base di dichiarazioni di Marsilio così come è debole asserire che Masci adesso rivendicherebbe per Pescara una sede distaccata in un triste gioco al ribasso per l’uno come per l’altro».