Finta invalida, indagini su altri 8 medici

L’accusa: «Ranalli può avere addomesticato le commissioni». E si ipotizza che la donna lo abbia anche retribuito

AVEZZANO. Un medico che appare avvezzo a simili traffici. E una paziente che può averlo illecitamente retribuito. Non solo lui, ma anche altri soggetti. L’inchiesta della Procura di Avezzano non si ferma e oltre a nuovi particolari emergono altre accuse – tutte da dimostrare – nei confronti di Fabio Ranalli e della sua paziente Sonia Sinibaldi. Il primo è agli arresti domiciliari. La donna, raggiunta da un analogo provvedimento di custodia cautelare, è ufficialmente latitante. Si trova negli Stati Uniti. Secondo le accuse, il medico originario di Sulmona, ma che presta la propria attività tra Pescina, Lecce nei Marsi e Aschi di Ortona dei Marsi, ha fatto ottenere un’invalidità al 100% alla Sinibaldi, 43enne di Ortucchio. La donna, pedinata dai carabinieri di Avezzano, è accusata di avere simulato una gravissima malattia che la costringeva sulla sedia a rotelle per ottenere, dal novembre 2014, due assegni ogni mese (di 279,47 e 512,34 euro), rispettivamente per invalidità civile e accompagnamento. Per ingannare Asl e Inps, sempre in base alla ricostruzione dei carabinieri, c’era la complicità di Ranalli.

Secondo gli inquirenti il medico «risultava da subito molto aperto e disponibile nel distribuire consigli su come comportarsi di fronte a commissioni mediche, e molto leggero sulla dispensazione di certificazioni mediche idonee all’esenzione dal lavoro».

Il pm Maurizio Maria Cerrato motiva così le esigenze cautelari per i due indagati. «La donna simula da consumata attrice una patologia gravissima. Tali condotte risultano giuridicamente illecite e umanamente offensive di chi soffre gravi patologie. Il ricorso a simulazioni reiterate e l’appoggiarsi alla compartecipazione di un sanitario che appare avvezzo a simili traffici fa ipotizzare che l’indagata possa avere illecitamente retribuito lo stesso e anche ulteriori soggetti». E le accuse per il medico sono: «L’indagato Ranalli può costituire l’anello di congiunzione fra i privati e i medici componenti di commissione medica addomesticati a fini illeciti». Proprio sulle commissioni di Asl e Inps – 8 medici in tutto – si stanno concentrando le indagini.

L’avvocato Carla Vicini, che difende il dottor Fabio Ranalli, è in attesa di conoscere la data dell’udienza di convalida. Ranalli verrà ascoltato dal gip Francesca Proietti. «Non escludo che anche il mio assistito possa essere stato ingannato dalla sua paziente», sottolinea l’avvocato Vicini, «altri medici hanno vagliato la patologia. Faremo emergere la verità».

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