Fiori rossi davanti al tribunale per le vittime della strada

L’AQUILA. Nel mondo ci sono più di un milione di vittime all’anno, 4000 solo in Italia. È la triste conta dei morti per incidenti stradali. Ieri, nella giornata mondiale delle vittime della strada,...

L’AQUILA. Nel mondo ci sono più di un milione di vittime all’anno, 4000 solo in Italia. È la triste conta dei morti per incidenti stradali. Ieri, nella giornata mondiale delle vittime della strada, anche all’Aquila un gruppo di familiari di persone che hanno perso la vita in incidenti stradali ha dato vita a Bazzano, davanti al tribunale, alla simbolica «protesta dei fiori rossi». I genitori hanno appeso le foto dei loro ragazzi circondati da mazzi di fiori rossi, per sensibilizzare l’opinione pubblica e la giustizia sul problema delle vittime della strada. A Bazzano c’erano Erina Panepucci, Antonio e Isabella Magnifico, genitori e sorella di Giuseppe, scomparso in un incidente nel 2005; i familiari di Anna Ferretti, morta dopo un investimento un anno fa sulla statale 80. Con loro anche Santino Li Calzi, per il Coisp, sindacato di polizia, «perché tra gli agenti della polizia stradale si conta il maggior numero di vittime tra tutte le forze dell’ordine».

«Noi lo chiamiamo olocausto», dice Erina Panepucci. «Io, da tre anni, porto avanti una battaglia per la punibilità di chi commette un reato sulla strada. Noi chiediamo che il parlamento aggiunga nella nostra legislazione il reato di omicidio stradale, perché oggi chi è responsabile di una morte viene punito con una pena paragonabile a quella di chi ha rubato un portafogli». Erina racconta di suo figlio Giuseppe che non è più tornato a casa: «Il responsabile della morte del mio ragazzo se l’è cavata con un anno di pena con la condizionale e 8 mesi di sospensione della patente. Processi lunghissimi, alla fine abbiamo voluto chiudere la causa civile per quanto ci sentivamo umiliati». (r.p.)

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