Frattale: «Case green e piano urbanistico spinta per l’edilizia» 

Il presidente di Ance fa un’analisi sulla rigenerazione urbana: «Si deve tenere conto delle modificate esigenze abitative»

L’AQUILA. L’importanza di una dialettica costante tra «obiettivi pubblici e interessi privati, attraverso iniziative di partenariato che coinvolgano anche le parti sociali» ha messo d’accordo tutti i protagonisti intervenuti nella sede di Ance L’Aquila, in via De Gasperi, in occasione del festival “Città in scena”. Tra questi, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il presidente di Regione Marco Marsilio e i suoi omologhi presidenti di regioni del centro Italia, oltre al presidente della Provincia, Angelo Caruso, e quello dei costruttori, Gianni Frattale. Ed è proprio quest’ultimo a tracciare un bilancio più che positivo della manifestazione appena andata in archivio, che ha inoltre visto il coinvolgimento di partner nazionali come Mecenate 90, Musica per Roma, la casa madre di Ance, sindaci ed esperti.
IL PUNTO DI VISTA DI FRATTALE
«La rigenerazione urbana è un tema apparentemente tecnico e di pertinenza degli esperti», premette Frattale. «Ma in realtà coinvolge le vite di tutti, le abitudini quotidiane dei singoli e la qualità della vita, aspetti fortemente dipendenti dalle scelte politiche delle amministrazioni locali e del governo». Prendendo quindi spunto dai tanti contributi apportati nel corso dell’incontro, ha poi aggiunto: «È evidente che la fotografia che emerge dagli studi modifica anche l’approccio alle politiche urbanistiche e indirizza il futuro dell’edilizia in direzione di un ormai assodato ridotto consumo di suolo. La rigenerazione, con tutti i significati che contiene la parola, deve quindi tener conto delle nuove esigenze abitative legate al cambiamento climatico, all’evoluzione digitale dei servizi, al dissesto idrogeologico, alle infrastrutture di base e ai collegamenti. L’edilizia», spiega Frattale, «oggi si trova in una fase cruciale tra la difficoltosa messa a terra delle opere del Pnrr, il decalage degli incentivi fiscali oltre che del Super bonus 110% e la ricostruzione all’ultimo stadio. Ci si interroga sul dopo, in un territorio con un costruito rinnovato sulla regola iniziale del “com’era, dov’era”, che poche deroghe ha potuto concedersi in direzione di una più ambiziosa diffusa e capillare riqualificazione urbana».
Quindi le luci: «Una spinta al miglioramento potrà venire dall’Europa per le case green e dal nuovo piano urbanistico del Comune dell’Aquila, che avrà l’arduo compito di creare legami in un territorio senza trama, di definire la città pubblica con i suoi spazi funzionali e quelli dello stare insieme». E infine anche le possibili ombre: «Una debolezza di sistema si svela nel funzionamento “a canna d’organo” delle politiche e delle fonti di finanziamento nazionali e comunitarie. Ogni finanziamento ha il suo obiettivo diretto e verticale ma manca un raccordo orizzontale tra i vari obiettivi, col risultato che spesso si disperdono energie, risorse e non si centra il risultato».
I DATI SULL’ABRUZZO
Numerosi, su questo fronte, gli spunti interessanti pervenuti dagli interventi al Festival, tutti concordi sulla necessità di declinare le due ricostruzioni post sismiche del 2009 e del 2016 con le nuove necessità di una società profondamente cambiata rispetto a quella che edificò i nostri borghi e i nostri centri storici. In Abruzzo, ad esempio, lo spopolamento viaggia più velocemente che nel resto del Paese. Nel 2042, secondo dati ufficiali, avremo il 20% di abitanti in meno e il 30% di ultraottantenni in più. L’Aquila ha la più alta densità di abitazioni per abitante risultando prima in Italia, secondo quanto riportato da Pierluigi Mantini, della Struttura commissariale della presidenza del consiglio.