Frode, la procura indaga sull'Asm
Sotto inchiesta un dirigente e l'ex presidente Tancredi. Il pm: chiesti al Comune fondi per una bonifica effettuata solo in parte
L'AQUILA. La procura della Repubblica ha aperto una inchiesta su una presunta frode nelle pubbliche forniture a carico dell'ex presidente dell'Asm, Pierluigi Tancredi, attuale consigliere comunale di Forza Italia, e del capo servizio del settore igiene della stessa azienda municipalizzata, Pietro Cerolini.
Al centro della vicenda l'attestazione della conclusione dei lavori di bonifica della ex impianto di autodemolizione «Adamo» al fine di ottenere i soldi da parte del Comune.
Secondo l'accusa, ancora tutta da dimostrare, la frode sarebbe stata commessa facendo risultare falsamente completato l'intervento di bonifica dell'area. Per questa ragione si parla specificatanente di «frode nella esecuzione». In tal modo si sarebbe ottenuto il pagamento della somma alla municipalizzata di 72 mila euro da parte del Comune.
L'indagine, che è stata svolta dalla forestale, intende anche chiarire un aspetto, ovvero se la nota inviata al Comune sia stata realmente preparata dal dirigente Cerolini, assistito dai legali Riccardo Lopardi del foro dell'Aquila e Fausto Appicciafuoco del foro di Teramo, visto che al riguardo, secondo quanto si è appreso ci sarebbero contestazioni. Ma in discussione ci sarebbe anche il reale mancato completamento delle opere di bonifica.
Le indagini, pertanto, sono state chiuse e ora la procura, anche sulla scorta delle controdeduzioni difensive che saranno prodotte deve decidere se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio. Al di là della vicenda giudiziaria, l'area prima occupata dall'impianto di automolizione, è stata sempre ritenuta un pericolo per la salute pubblica anche perchè si trova non lontano dall'ospedale San Salvatore. Ci sono stati due incendi in quell'impianto negli ultimi anni che hanno provocato forti preoccupazioni ambientali. Quello più grande ci fu il 17 luglio 2005, quando presero fuoco montagne di pneumatici e materie plastiche facendo alzare immense colonne di fumo. Inoltre scoppiarono vecchie bombole di ossigeno e gpl. L'area, tra l'altro, era stata già sequestrata dalla Forestale, ma gli autori dell'incendio, che tenne sotto scacco i vigili del fuoco per giorni, non furono mai scoperti.
Subito dopo fu fatta una bonifica solo parziale del sito anche perchè gli amministratori dell'epoca sostennero di avere pochi fondi a disposizione.
Il 21 marzo dello scorso anno l'area fu in piccola parte incendiata, involontariamente, da due rumeni che rimasero anche ustionati. Volevano passare la notte in una vecchia macchina quando prese fuoco un fornelletto che avevano acceso. L'incendio si estese ma il rapido intervento dei vigili del fuoco evitò che si estendesse e salvò i due stranieri.
Al centro della vicenda l'attestazione della conclusione dei lavori di bonifica della ex impianto di autodemolizione «Adamo» al fine di ottenere i soldi da parte del Comune.
Secondo l'accusa, ancora tutta da dimostrare, la frode sarebbe stata commessa facendo risultare falsamente completato l'intervento di bonifica dell'area. Per questa ragione si parla specificatanente di «frode nella esecuzione». In tal modo si sarebbe ottenuto il pagamento della somma alla municipalizzata di 72 mila euro da parte del Comune.
L'indagine, che è stata svolta dalla forestale, intende anche chiarire un aspetto, ovvero se la nota inviata al Comune sia stata realmente preparata dal dirigente Cerolini, assistito dai legali Riccardo Lopardi del foro dell'Aquila e Fausto Appicciafuoco del foro di Teramo, visto che al riguardo, secondo quanto si è appreso ci sarebbero contestazioni. Ma in discussione ci sarebbe anche il reale mancato completamento delle opere di bonifica.
Le indagini, pertanto, sono state chiuse e ora la procura, anche sulla scorta delle controdeduzioni difensive che saranno prodotte deve decidere se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio. Al di là della vicenda giudiziaria, l'area prima occupata dall'impianto di automolizione, è stata sempre ritenuta un pericolo per la salute pubblica anche perchè si trova non lontano dall'ospedale San Salvatore. Ci sono stati due incendi in quell'impianto negli ultimi anni che hanno provocato forti preoccupazioni ambientali. Quello più grande ci fu il 17 luglio 2005, quando presero fuoco montagne di pneumatici e materie plastiche facendo alzare immense colonne di fumo. Inoltre scoppiarono vecchie bombole di ossigeno e gpl. L'area, tra l'altro, era stata già sequestrata dalla Forestale, ma gli autori dell'incendio, che tenne sotto scacco i vigili del fuoco per giorni, non furono mai scoperti.
Subito dopo fu fatta una bonifica solo parziale del sito anche perchè gli amministratori dell'epoca sostennero di avere pochi fondi a disposizione.
Il 21 marzo dello scorso anno l'area fu in piccola parte incendiata, involontariamente, da due rumeni che rimasero anche ustionati. Volevano passare la notte in una vecchia macchina quando prese fuoco un fornelletto che avevano acceso. L'incendio si estese ma il rapido intervento dei vigili del fuoco evitò che si estendesse e salvò i due stranieri.