Tredicesime più leggere, le imprese riversano l’Iva. La Uil e l’assessore Schiavo: «Benefici da prorogare»
Fuori dal cratere dubbi e proteste
In Marsica e Valle Peligna si torna a pagare, nessuna norma sulle restituzioni
AVEZZANO. Le imprese della provincia fuori dal cratere hanno già iniziato a fare i conti col Fisco, riversando l’Iva scaduta il 16 dicembre. I dipendenti e i pensionati si sono ritrovati le tredicesime tassate. E da gennaio, salvo diverse disposizioni, dovranno restituire le tasse non pagate da aprile a novembre 2009. Ma con quali modalità? Un interrogativo per i due terzi dei contribuenti della provincia.
Proprio sul punto relativo alle restituzioni si è innescata la polemica. Perché secondo l’Ordine dei commercialisti di Avezzano e della Marsica, presieduto da Augusto D’Alessandro, «c’è un assoluto vuoto normativo». Non è chiaro, infatti, se i rimborsi dovranno arrivare in 24 rate da gennaio 2010, così come previsto dall’ordinanza di giugno, o se i tempi saranno maggiormente dilazionati. L’Ordine dei commercialisti teme che «ci si troverà nella gravosa condizione di restituire tutte le imposte sospese in termini ravvicinati». Anche con sanzioni e interessi qualora non venissero rispettati i tempi. La Direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, chiamata in causa, non ha dato chiarimenti sulla «grave situazione di incertezza»
Ad accentuare la confusione ha contribuito anche la revoca della sospensione voluta a giugno dal ministero. Dopo il terremoto, tutta la provincia dell’Aquila, insieme ai comuni pescaresi e teramani nel cratere, fu esentata dal pagamento di tasse e contributi. A giugno, con l’ordinanza numero 3.780, venne stabilito che solo i Comuni all’interno del cratere (49 inizialmente, poi saliti a 57) avevano diritto ai benefici. I contribuenti erano esentati da pagamento di Ici, 740 e tutto ciò che va dichiarato all’Agenzia delle entrate. Fuori dal cratere, dal 16 luglio si dovevano restituire le somme, in cinque rate. Scatenando polemiche e un ricorso presentato dall’Ordine dei commercialisti di Sulmona, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato.
Fu il Consiglio a ripristinare la sospensione per i comuni extra cratere, riconoscendo le ragioni della protesta. Visto che il terremoto aveva bloccato o rallentato l’economia in gran parte della provincia. La sentenza del Consiglio di Stato, inizialmente, non venne rispettata da tutti. Molte aziende continuarono ad applicare trattenute. Si adeguarono quando arrivarono i ricorsi di pensionati e lavoratori dipendenti (quasi 2mila fra Marsica e Valle Peligna). A oggi si è in attesa della sentenza di merito del Tar, ma le tasse si stanno già pagando nei comuni fuori dal cratere.
Gli Ordini dei commercialisti di Marsica e Valle Peligna non intendono battersi per ulteriori proroghe, ma pretendono chiarezza sulle restituzioni per evitare beffe. Hanno chiesto una proroga, invece, il segretario della Uil di Avezzano, Michele Lombardo, e Pino Schiavo, assessore alle Finanze del Comune di Sulmona. In una nota al presidente Chiodi, a Bertolaso e all’assessore regionale Daniela Stati si sollecitano «interventi presso il governo affinché l’esonero del pagamento Irpef sia prorogato per tutta la provincia». Per l’assessore Schiavo «sotto l’aspetto della tassazione, centri come Sulmona vanno equiparati a quelli del cratere: un’ordinanza del Consiglio di Stato già si è espressa in questa maniera. Vanno agevolati lavoratori autonomi, dipendenti e imprese della provincia».
Proprio sul punto relativo alle restituzioni si è innescata la polemica. Perché secondo l’Ordine dei commercialisti di Avezzano e della Marsica, presieduto da Augusto D’Alessandro, «c’è un assoluto vuoto normativo». Non è chiaro, infatti, se i rimborsi dovranno arrivare in 24 rate da gennaio 2010, così come previsto dall’ordinanza di giugno, o se i tempi saranno maggiormente dilazionati. L’Ordine dei commercialisti teme che «ci si troverà nella gravosa condizione di restituire tutte le imposte sospese in termini ravvicinati». Anche con sanzioni e interessi qualora non venissero rispettati i tempi. La Direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, chiamata in causa, non ha dato chiarimenti sulla «grave situazione di incertezza»
Ad accentuare la confusione ha contribuito anche la revoca della sospensione voluta a giugno dal ministero. Dopo il terremoto, tutta la provincia dell’Aquila, insieme ai comuni pescaresi e teramani nel cratere, fu esentata dal pagamento di tasse e contributi. A giugno, con l’ordinanza numero 3.780, venne stabilito che solo i Comuni all’interno del cratere (49 inizialmente, poi saliti a 57) avevano diritto ai benefici. I contribuenti erano esentati da pagamento di Ici, 740 e tutto ciò che va dichiarato all’Agenzia delle entrate. Fuori dal cratere, dal 16 luglio si dovevano restituire le somme, in cinque rate. Scatenando polemiche e un ricorso presentato dall’Ordine dei commercialisti di Sulmona, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato.
Fu il Consiglio a ripristinare la sospensione per i comuni extra cratere, riconoscendo le ragioni della protesta. Visto che il terremoto aveva bloccato o rallentato l’economia in gran parte della provincia. La sentenza del Consiglio di Stato, inizialmente, non venne rispettata da tutti. Molte aziende continuarono ad applicare trattenute. Si adeguarono quando arrivarono i ricorsi di pensionati e lavoratori dipendenti (quasi 2mila fra Marsica e Valle Peligna). A oggi si è in attesa della sentenza di merito del Tar, ma le tasse si stanno già pagando nei comuni fuori dal cratere.
Gli Ordini dei commercialisti di Marsica e Valle Peligna non intendono battersi per ulteriori proroghe, ma pretendono chiarezza sulle restituzioni per evitare beffe. Hanno chiesto una proroga, invece, il segretario della Uil di Avezzano, Michele Lombardo, e Pino Schiavo, assessore alle Finanze del Comune di Sulmona. In una nota al presidente Chiodi, a Bertolaso e all’assessore regionale Daniela Stati si sollecitano «interventi presso il governo affinché l’esonero del pagamento Irpef sia prorogato per tutta la provincia». Per l’assessore Schiavo «sotto l’aspetto della tassazione, centri come Sulmona vanno equiparati a quelli del cratere: un’ordinanza del Consiglio di Stato già si è espressa in questa maniera. Vanno agevolati lavoratori autonomi, dipendenti e imprese della provincia».