Furti di slot-machine e rame: sei arresti

La polizia ha sgominato una banda di romeni che ha razziato numerosi bar portando via decine di migliaia di euro

L’AQUILA. La squadra Mobile ha sgominato una banda di romeni che si era specializzata in furti di slot-machine, e in particolare di quanto era nelle casse, e anche di furti di rame: ne sono state sequestrate sei tonnellate, rubate nei cantieri aquilani.

Sotto accusa ci sono sei romeni di cui tre sono stati catturati nella provincia dell’Aquila e altrettanti sono ricercati dall’Interpol e dovrebbero finire in cella a breve. Sono tutti giovani di età compresa tra i 27 e i 34 anni. A loro sono contestati dei colpi ai danni di alcuni bar dotati di slot-machine dalle quali hanno prelevato circa 50 mila euro. I locali presi di mira sono Chef Express, Bar Galassi, Angolo del Panino, Chef Express e Colorado. Si tratta di furti con scasso commessi tra giugno e agosto 2012. Ci sono poi altri furti che sono stati commessi da dicembre 2011 a luglio 2012 e dal modo di operare sembra che possano essere attribuiti alla stessa banda. I bar depredati sono i seguenti: Manila Matic, On the road, Racing, La Pantera Rosa, la Fontanella, Sand Creek e Coffee Time, per un bottino di decine di migliaia di euro.

Le informazioni sull’inchiesta denominata «Las Vegas» sono state fornite dal capo della Mobile, Maurilio Grasso, il quale ha elogiato i poliziotti della sezione reati contro il patrimonio, e ha aggiunto alcuni particolari. Infatti le indagini, che sono partite dopo l’arresto di due romeni, catturati dopo un inseguimento mentre fuggivano su un furgone carico di rame, sono corredate anche di intercettazioni telefoniche e ambientali. I malviventi, al telefono, usavano parole in codice e definivano «immondizia» la refurtiva e, inoltre, quando facevano i colpi, penetrando nelle notti nei locali, parlavano di «rompere i bar». Inoltre dopo un controllo della polizia uno degli indagati, conversando con un complice, gli riferì che al prossimo controllo avrebbe chiesto agli agenti di lasciarlo stare altrimenti avrebbe rubato anche a casa sua.

Ai romeni, dei quali la Procura ha inspiegabilmente vietato di diffondere i nomi, sono contestati, come detto, anche i furti di rame. Si tratta, in particolare, di furti di cavi industriali presi in un capannone abbandonato dopo il sisma del 2009 di proprietà di una ditta edile. Il quantitativo è di sei tonnellate. Si tratta di un materiale che si smercia facilmente nei mercati soprattutto nell’area romana. Agli accusati la polizia ha contestato anche alcuni furti di telefonini, attrezzi e chiavi da lavoro e utensili elettrici.

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