Il tribunale di Sulmona

SULMONA

Furto di gruppo al supermercato: "Noi disperati, guadagniamo 5,75 euro netti a ora"

Gli addetti alle pulizie accusati del furto tornano in libertà ma non hanno più il lavoro

SULMONA. «È stato un atto disperato. Lo abbiamo deciso sul momento perché non riusciamo ad andare avanti. Guadagniamo 5,75 euro netti a ora la notte e 6,50 il giorno. Lavoriamo a chiamata. I bonifici mensili arrivano al massimo a 170 euro. Non ci rimborsano neanche le spese di viaggio. Valuteremo azioni legali». Arrestati martedì scorso dai carabinieri della Compagnia di Sulmona per un furto al supermercato dove lavoravano, sette operatori di un'impresa di pulizie hanno spiegato così la vicenda all'agenzia Ansa, dopo che il giudice per le indagini preliminari, Francesca Pinacchio, li ha rimessi in libertà. Convalidato per tutti l'arresto in flagranza, per tre dei sette, con precedenti, è stato disposto il divieto di dimora a Sulmona.

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«Non ci eravamo organizzati. Non neghiamo il furto, ma si tratta di merce per la casa. Non possiamo vivere con questi stipendi da fame» hanno raccontato uscendo dal Tribunale, consapevoli di aver perso, nel frattempo, il posto di lavoro. Martedì scorso, durante il turno di notte, in dieci avevano ripulito un supermercato di Sulmona caricando la merce su tre furgoni, 5mila euro in pannolini, alimenti, prodotti per la casa, carne, omogeneizzati, oggetti di arredamento e un'affettatrice. A scoprire il furto era stata la pattuglia dei carabinieri, in zona per normali controlli. Entrati nel supermercato, i militari hanno fermato sette delle dieci persone coinvolte, recuperando parte della merce a Sulmona e parte a Pescara dove, nel frattempo, erano arrivati gli 3 altri operatori dell'impresa di pulizia, poi denunciati.

Gli indagati, assistiti dagli avvocati Jacopo De Marco e Alessandra Cervelli, hanno chiamato in correità, davanti al giudice, i vigilantes. I carabinieri stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza per verificare tutte le posizioni. Dopo l'arresto, una degli indagati ha avuto un malore ed è stata scortata al pronto soccorso dell'ospedale di Sulmona. «Ho problemi e ho scoperto di aver avuto un principio d'infarto. Non siamo criminali, ma persone che cercano di portare avanti le famiglie, con figli a carico». Per il giudice del tribunale di Sulmona gli arresti sono stati eseguiti nei termini di legge.