G8 e G5, insieme contro la crisi
Intesa sul clima ma Cina e India si sfilano. Impegno verso i paesi poveri.
L’AQUILA. Sulla crisi finanziaria ed economica, i Grandi della Terra sono tutti d’accordo: sostenere la ripresa, definire regole per la finanza e iniziare a pensare alla strategia di uscita. E non lo sono solo gli «Otto» ma anche le altre economie emergenti. Tutto il formato cioé G14 inaugurato dalla presidenza italiana, che ieri ha dominato il summit dell’Aquila. Intesa sul clima. Sul clima, invece, dall’Aquila esce un G8 ricompattato, con un Obama schierato accanto all’Unione europea e agli altri e ben lontano dalle posizioni della vecchia amministrazione Bush. Ma grandi restano le distanze con gli «emergenti», Cina e India in prima linea. Se, infatti, tutti i «14» hanno trovato un’intesa sulla cornice - il non superamento cioé di due gradi della temperatura pre-industriale - le posizioni sono lontane sul come centrare l’obiettivo. E fanno puntare i piedi a chi dice no a qualsiasi vincolo sulla riduzione del gas serra.
Come Pechino che trova una sponda anche al Cairo. «Passi avanti importanti, comunque, ci sono stati e siamo partiti bene», commenta Barack Obama spiegando che ci sono ancora margini per il confronto. «Guardiamo alla conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici con maggiore ottimismo», spiega il premier Silvio Berlusconi che all’Aquila incassa, da presidente del G8, il successo di aver «compattato» i Grandi. Ma non ha comunque convinto l’Onu con il numero uno delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che sul clima parla di progressi «non sufficienti». Economia, impegno verso i Paesi poveri.
Avanti tutta e tutti insieme, invece, sull’economia e sull’impegno per aiutare i Paesi più poveri del pianeta: il G14 ha approvato la dichiarazione sull’«Agenda globale» fatta propria già dal G8, sul rilancio dei negoziati di Doha (a settembre, prima del G20, ci sarà un incontro tra i ministri del commerio, ha annunciato Silvio Berlusconi). Ma anche sull’impegno comune verso i Paesi più poveri, per i quali Roma assicura che entro l’anno verserà i previsti 130 milioni di dollari. Dalla crisi i Grandi e gli Emergenti vogliono uscire con politiche condivise che stimolino la ripresa, definiscano le regole e si basino sull’inclusione sociale. Gli 8 grandi, con i paesi del G5 (Cina, India, Messico, Sud Africa, Brasile) più l’Egitto e Svezia, presidente di turno dell’Unione europea, si impegnano inoltre insieme ai leader dei paesi del Mef (Major Economies Forum) - Australia, Corea del Sud e Indonesia - ad una conclusione dei negoziati di Doha, sul libero commercio mondiale, entro il 2010 si legge nella dichiarazione ufficiale.
E Berlusconi ci ha tenuto a ribadire che dal Vertice esce un messaggio di «speranza e fiducia»: il peggio é alle spalle. «Abbiamo messo le persone al centro delle politiche per uscire dalla crisi», ha detto il presidente del Consiglio. Il giorno delle First Ladies. Fitta, anche ieri, l’agenda all’Aquila. E non solo per i Grandi che in serata hanno chiuso i lavori della seconda giornata con una cena - con tavolata apparecchiata per 43 (tutti i rappresentati delle delegazioni presenti al vertice) - offerta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma anche per le First Ladies che, giunte a Coppito in mattinata accompagnate dalle ministre Gelmini e Carfagna hanno fatto un giro tra le ferite del terremoto dell’aprile scorso. Con Michelle Obama commossa davanti alle macerie delle chiese che si affacciano sulla piazza principale dell’Aquila, Piazza Duomo: molto colpita, si é mostrata interessata ai bambini ed al trauma che hanno subito e ha ribadito che con il marito faranno tutto il possibile per dare un aiuto.
Insieme a lei e alle altre non c’era però la premiere dame di Francia, Carla Bruni Sarkozy che - come aveva già previsto - visisterà da sola le zone terremotate: giunta all’Aquila nel pomeriggio potrebbe farlo oggi, ma la sua agenda resta «top secret». Clooney nella tendopoli. Il Summit ha «chiamato» in Abruzzo anche altre celebrità. George Clooney tra tutti che insieme all’organizzazione per i Premi Nobel - presente anche Betty Williams e Walter Veltroni - é andato nel pomeriggio nella tendopoli di San Demetrio ne’ Vestini, la prima sorta dopo il sisma, per inaugurare un cinema, una struttura multiuso per gli sfollati.
Un’occasione per il bel George per annunciare anche l’intenzione di girare il suo prossimo film nell’Abruzzo terremotato. La tenda di Gheddafi. In serata poi, l’arrivo del leader libico Gheddafi che non ha rinunciato anche questa volta alla sua tenda beduina: una non grande, ma dotata anche di decoder e schermo al plasma, é spuntata sul campo di calcio della caserma di Coppito. Il colonnello oggi al Vertice rappresenterà l’Unione Africana nell’ultima giornata dei lavori in cui si parlerà del Continente in un formato fino a 29 paesi. Un’ultima sessione di lavoro che chiuderà i lavori di un summit che ha incassato, finora, le lodi pubbliche non solo degli Stati Uniti ma anche della Cina. E dei vescovi che hanno parlato di «obiettivi centrati». L’Aquila, intanto, continua a tremare anche se con lievi scosse. Quanto basta a non far allontanare la paura tra le tendopoli dove resta la rabbia e non cala la protesta. Ieri é toccato alle donne - forse anche in risposta alla visita delle First Ladies - scendere in campo, con uno slogan d’effetto: «noi le last lady».
Come Pechino che trova una sponda anche al Cairo. «Passi avanti importanti, comunque, ci sono stati e siamo partiti bene», commenta Barack Obama spiegando che ci sono ancora margini per il confronto. «Guardiamo alla conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici con maggiore ottimismo», spiega il premier Silvio Berlusconi che all’Aquila incassa, da presidente del G8, il successo di aver «compattato» i Grandi. Ma non ha comunque convinto l’Onu con il numero uno delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che sul clima parla di progressi «non sufficienti». Economia, impegno verso i Paesi poveri.
Avanti tutta e tutti insieme, invece, sull’economia e sull’impegno per aiutare i Paesi più poveri del pianeta: il G14 ha approvato la dichiarazione sull’«Agenda globale» fatta propria già dal G8, sul rilancio dei negoziati di Doha (a settembre, prima del G20, ci sarà un incontro tra i ministri del commerio, ha annunciato Silvio Berlusconi). Ma anche sull’impegno comune verso i Paesi più poveri, per i quali Roma assicura che entro l’anno verserà i previsti 130 milioni di dollari. Dalla crisi i Grandi e gli Emergenti vogliono uscire con politiche condivise che stimolino la ripresa, definiscano le regole e si basino sull’inclusione sociale. Gli 8 grandi, con i paesi del G5 (Cina, India, Messico, Sud Africa, Brasile) più l’Egitto e Svezia, presidente di turno dell’Unione europea, si impegnano inoltre insieme ai leader dei paesi del Mef (Major Economies Forum) - Australia, Corea del Sud e Indonesia - ad una conclusione dei negoziati di Doha, sul libero commercio mondiale, entro il 2010 si legge nella dichiarazione ufficiale.
E Berlusconi ci ha tenuto a ribadire che dal Vertice esce un messaggio di «speranza e fiducia»: il peggio é alle spalle. «Abbiamo messo le persone al centro delle politiche per uscire dalla crisi», ha detto il presidente del Consiglio. Il giorno delle First Ladies. Fitta, anche ieri, l’agenda all’Aquila. E non solo per i Grandi che in serata hanno chiuso i lavori della seconda giornata con una cena - con tavolata apparecchiata per 43 (tutti i rappresentati delle delegazioni presenti al vertice) - offerta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma anche per le First Ladies che, giunte a Coppito in mattinata accompagnate dalle ministre Gelmini e Carfagna hanno fatto un giro tra le ferite del terremoto dell’aprile scorso. Con Michelle Obama commossa davanti alle macerie delle chiese che si affacciano sulla piazza principale dell’Aquila, Piazza Duomo: molto colpita, si é mostrata interessata ai bambini ed al trauma che hanno subito e ha ribadito che con il marito faranno tutto il possibile per dare un aiuto.
Insieme a lei e alle altre non c’era però la premiere dame di Francia, Carla Bruni Sarkozy che - come aveva già previsto - visisterà da sola le zone terremotate: giunta all’Aquila nel pomeriggio potrebbe farlo oggi, ma la sua agenda resta «top secret». Clooney nella tendopoli. Il Summit ha «chiamato» in Abruzzo anche altre celebrità. George Clooney tra tutti che insieme all’organizzazione per i Premi Nobel - presente anche Betty Williams e Walter Veltroni - é andato nel pomeriggio nella tendopoli di San Demetrio ne’ Vestini, la prima sorta dopo il sisma, per inaugurare un cinema, una struttura multiuso per gli sfollati.
Un’occasione per il bel George per annunciare anche l’intenzione di girare il suo prossimo film nell’Abruzzo terremotato. La tenda di Gheddafi. In serata poi, l’arrivo del leader libico Gheddafi che non ha rinunciato anche questa volta alla sua tenda beduina: una non grande, ma dotata anche di decoder e schermo al plasma, é spuntata sul campo di calcio della caserma di Coppito. Il colonnello oggi al Vertice rappresenterà l’Unione Africana nell’ultima giornata dei lavori in cui si parlerà del Continente in un formato fino a 29 paesi. Un’ultima sessione di lavoro che chiuderà i lavori di un summit che ha incassato, finora, le lodi pubbliche non solo degli Stati Uniti ma anche della Cina. E dei vescovi che hanno parlato di «obiettivi centrati». L’Aquila, intanto, continua a tremare anche se con lievi scosse. Quanto basta a non far allontanare la paura tra le tendopoli dove resta la rabbia e non cala la protesta. Ieri é toccato alle donne - forse anche in risposta alla visita delle First Ladies - scendere in campo, con uno slogan d’effetto: «noi le last lady».