Gheddafi a Coppito nella sua tenda
Il leader libico invitato in qualità di presidente dell’Unione africana.
L’AQUILA. Tornerà in Italia per la seconda volta in meno di un mese, l’8 luglio. Il leader libico Muammar Gheddafi sarà all’Aquila, in qualità di presidente di turno dell’Unione africana, senza rinunciare alla sua tenda beduina che sarà allestita nella caserma della Finanza a Coppito. Fino all’ultimo non era certa la presenza dell’alloggio personale del colonnello, la gigantesca tenda che porta sempre con s per ricevere gli ospiti e che poco meno di un mese fa, nel corso della sua prima visita, era stata allestita nei giardini di Villa Pamphili a Roma. Alla fine sarà piantata in un’area all’interno dei tre chilometri di perimetro della caserma, a pochi passi dalle sale che ospiteranno le riunioni del vertice. E come la volta scorsa, Gheddafi vola in Italia su invito del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: questa volta per sedere al tavolo dei grandi della Terra, il terzo giorno dei lavori del vertice, in rappresentanza dei Paesi africani.
La prima storica visita del leader libico, dal 10 al 13 giugno, aveva suggellato l’archiviazione definitiva del contenzioso coloniale tra Italia e Libia, dopo la firma lo scorso anno a Bengasi dell’Accordo di amicizia e cooperazione tra i due paesi. Ma aveva anche creato qualche problema di protocollo, dai ritardi negli appuntamenti ufficiali (12 ore nelle 60 totali di permanenza a Roma) alle stranezze (le amazzoni, i continui cambi d’abito) alle numerose provocazioni (dalla spilla sul petto con la foto di al Muktar, il «leone del deserto» martire della resistenza anti-italiana, fino allo sgarbo istituzionale verso il presidente della Camera Gianfranco Fini, che lo ha atteso invano per più di due ore per una tavola rotonda di politica estera infine annullata.
All’Aquila, comunque, il leader libico atteso dal premier e dagli altri leader in veste di rappresentante dei paesi africani e parteciperà al pranzo offerto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la sera del 9 luglio e alle sessione sull’impatto della crisi nei paesi in via di sviluppo e sulla sicurezza alimentare che chiuderanno il vertice. L’Africa, la crisi economica e la cooperazione sono infatti tra le priorit del vertice, temi per i quali la presidenza italiana ha scelto tavoli allargati di confronto. E Gheddafi arriverà a Coppito con le idee chiare sul futuro e sul ruolo del continente: nell’ultima riunione dell’Ua, la settimana scorsa, ha ribadito infatti il suo sogno di integrazione per il continente africano negli «Stati Uniti d’Africa».
Per evitare un nuovo colonialismo, ha detto il colonnello al vertice panafricano, «dobbiamo difendere l’Africa, le sue risorse e anche la sua indipendenza». Walter Veltroni, intanto, lancia strali da Perugia: «L’Italia arriva al G8 con lo scarsissimo prestigio internazionale che ormai ha» ha detto Veltroni durante la presentazione del libro di Mario Mauro Agostini «Il tesoriere» (Aliberti Editore). «Il nostro un Paese» ha aggiunto «che è sempre stato amato e che aveva due ancoraggi, l’Europa e il rapporto con gli Stati Uniti. Lo spostamento dell’asse lungo una dorsale che va da Putin a Gheddafi mi lascia perplesso». A proposito del senso del vertice che inizierà all’Aquila, Veltroni si è chiesto: «L’Italia ha promosso il G8 per dire cosa? Il Papa ha sollecitato Berlusconi a parlare della lotta alla povertà, ma questi sono temi» ha aggiunto Celtroni «quali sono le proposte?. Il nostro Paese come va al G8 rispetto alla crisi che produrrà nei prossimi mesi un devastante conflitto sociale? Come al solito in Italia si parla delle bollicine».
La prima storica visita del leader libico, dal 10 al 13 giugno, aveva suggellato l’archiviazione definitiva del contenzioso coloniale tra Italia e Libia, dopo la firma lo scorso anno a Bengasi dell’Accordo di amicizia e cooperazione tra i due paesi. Ma aveva anche creato qualche problema di protocollo, dai ritardi negli appuntamenti ufficiali (12 ore nelle 60 totali di permanenza a Roma) alle stranezze (le amazzoni, i continui cambi d’abito) alle numerose provocazioni (dalla spilla sul petto con la foto di al Muktar, il «leone del deserto» martire della resistenza anti-italiana, fino allo sgarbo istituzionale verso il presidente della Camera Gianfranco Fini, che lo ha atteso invano per più di due ore per una tavola rotonda di politica estera infine annullata.
All’Aquila, comunque, il leader libico atteso dal premier e dagli altri leader in veste di rappresentante dei paesi africani e parteciperà al pranzo offerto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la sera del 9 luglio e alle sessione sull’impatto della crisi nei paesi in via di sviluppo e sulla sicurezza alimentare che chiuderanno il vertice. L’Africa, la crisi economica e la cooperazione sono infatti tra le priorit del vertice, temi per i quali la presidenza italiana ha scelto tavoli allargati di confronto. E Gheddafi arriverà a Coppito con le idee chiare sul futuro e sul ruolo del continente: nell’ultima riunione dell’Ua, la settimana scorsa, ha ribadito infatti il suo sogno di integrazione per il continente africano negli «Stati Uniti d’Africa».
Per evitare un nuovo colonialismo, ha detto il colonnello al vertice panafricano, «dobbiamo difendere l’Africa, le sue risorse e anche la sua indipendenza». Walter Veltroni, intanto, lancia strali da Perugia: «L’Italia arriva al G8 con lo scarsissimo prestigio internazionale che ormai ha» ha detto Veltroni durante la presentazione del libro di Mario Mauro Agostini «Il tesoriere» (Aliberti Editore). «Il nostro un Paese» ha aggiunto «che è sempre stato amato e che aveva due ancoraggi, l’Europa e il rapporto con gli Stati Uniti. Lo spostamento dell’asse lungo una dorsale che va da Putin a Gheddafi mi lascia perplesso». A proposito del senso del vertice che inizierà all’Aquila, Veltroni si è chiesto: «L’Italia ha promosso il G8 per dire cosa? Il Papa ha sollecitato Berlusconi a parlare della lotta alla povertà, ma questi sono temi» ha aggiunto Celtroni «quali sono le proposte?. Il nostro Paese come va al G8 rispetto alla crisi che produrrà nei prossimi mesi un devastante conflitto sociale? Come al solito in Italia si parla delle bollicine».