Gioielliera aggredita da due banditi
La donna urla e viene ferita alla testa con il calcio della pistola.
AVEZZANO. Hanno tentato la rapina con la pistola in una gioielleria del centro, ma sono stati costretti a fuggire a mani vuote per le grida incessanti della proprietaria, che è stata picchiata e gettata a terra. Ora è caccia ai due malviventi filmati dalle telecamere di sorveglianza della gioielleria e della farmacia antistante.
LA TENTATA RAPINA. La tentata rapina è avvenuta intorno a mezzogiorno e mezzo, prima della chiusura. Due persone armate di pistola e con il volto coperto da un passamontagna, sono entrate nella gioielleria Bonari di via Marconi, a pochi passi dal Comune. Sono partite subito le urla assordanti della proprietaria che hanno richiamato l’attenzione di numerose persone all’esterno dell’attività commerciale.
L’AGGRESSIONE. Per tentare di zittire la donna, i due malviventi l’hanno colpita forse con il calcio della pistola, e strattonata gettandola a terra e schiacciandole una mano. Non sono riusciti però a farla smettere di gridare. A quel punto si sono accorti che il piano stava andando male e, quando hanno notato la presenza di molte persone all’esterno della gioielleria, hanno capito che la rapina stava diventando troppo rischiosa.
LA FUGA. Non hanno potuto fare altro che fuggire, cercando di evitare l’assembramento che c’era davanti alla vetrina del negozio. Si sono diretti a piedi verso piazza Torlonia dove sono entrati dentro una Fiat Uno di colore verde. Uno dei due aveva la carnagione scura, forse era un marocchino. Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato di Avezzano che hanno cercato di individuare i fuggiaschi, che però sono riusciti a confondersi nel traffico dell’ora di punta.
LA MACCHINA. La macchina, rubata pochi giorni prima, è stata abbandonata a circa 300 metri dal luogo della tentata rapina. La Fiat Uno era parcheggiata nella zona del Cupello, in una traversa di via XX Settembre. Dentro l’auto sono stati trovati i passamontagna e altri oggetti riconducibili alla rapina.
I TESTIMONI. Ad assistere a tutta la scena c’era anche il vice parroco della cattedrale, don Antonio Petrescu, che ha assistito alle fasi della fuga. «Ho visto che i due si allontanavano a piedi dirigendosi verso la macchina. Ho quindi annotato il numero di targa e l’ho fornito alla polizia che stava dando la caccia ai rapinatori». La polizia ha scoperto che anche una clochard avrebbe assistito alla scena. Era seduta sul marciapiede dall’altro lato della strada dove chiedeva l’elemosina. Ora la stanno rintracciando.
INDAGINI. I rilievi sono stati eseguiti dalla polizia scientifica del commissariato di Avezzano. Gli agenti della squadra anticrimine, guidata dall’ispettore superiore Gaetano Del Treste, hanno visionato i filmati registrati dalle telecamere della gioielleria e quelli della farmacia che si trova dall’altro lato della strada. Sono state rilevate anche delle impronte dentro il negozio.
LA TENTATA RAPINA. La tentata rapina è avvenuta intorno a mezzogiorno e mezzo, prima della chiusura. Due persone armate di pistola e con il volto coperto da un passamontagna, sono entrate nella gioielleria Bonari di via Marconi, a pochi passi dal Comune. Sono partite subito le urla assordanti della proprietaria che hanno richiamato l’attenzione di numerose persone all’esterno dell’attività commerciale.
L’AGGRESSIONE. Per tentare di zittire la donna, i due malviventi l’hanno colpita forse con il calcio della pistola, e strattonata gettandola a terra e schiacciandole una mano. Non sono riusciti però a farla smettere di gridare. A quel punto si sono accorti che il piano stava andando male e, quando hanno notato la presenza di molte persone all’esterno della gioielleria, hanno capito che la rapina stava diventando troppo rischiosa.
LA FUGA. Non hanno potuto fare altro che fuggire, cercando di evitare l’assembramento che c’era davanti alla vetrina del negozio. Si sono diretti a piedi verso piazza Torlonia dove sono entrati dentro una Fiat Uno di colore verde. Uno dei due aveva la carnagione scura, forse era un marocchino. Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato di Avezzano che hanno cercato di individuare i fuggiaschi, che però sono riusciti a confondersi nel traffico dell’ora di punta.
LA MACCHINA. La macchina, rubata pochi giorni prima, è stata abbandonata a circa 300 metri dal luogo della tentata rapina. La Fiat Uno era parcheggiata nella zona del Cupello, in una traversa di via XX Settembre. Dentro l’auto sono stati trovati i passamontagna e altri oggetti riconducibili alla rapina.
I TESTIMONI. Ad assistere a tutta la scena c’era anche il vice parroco della cattedrale, don Antonio Petrescu, che ha assistito alle fasi della fuga. «Ho visto che i due si allontanavano a piedi dirigendosi verso la macchina. Ho quindi annotato il numero di targa e l’ho fornito alla polizia che stava dando la caccia ai rapinatori». La polizia ha scoperto che anche una clochard avrebbe assistito alla scena. Era seduta sul marciapiede dall’altro lato della strada dove chiedeva l’elemosina. Ora la stanno rintracciando.
INDAGINI. I rilievi sono stati eseguiti dalla polizia scientifica del commissariato di Avezzano. Gli agenti della squadra anticrimine, guidata dall’ispettore superiore Gaetano Del Treste, hanno visionato i filmati registrati dalle telecamere della gioielleria e quelli della farmacia che si trova dall’altro lato della strada. Sono state rilevate anche delle impronte dentro il negozio.