Gli hacker diffondono tutti i dati Romano: nessun contatto con loro 

I cybercriminali pubblicano online altre centinaia di giga di documenti sui pazienti e i dipendenti Prima uscita pubblica del manager: «Proseguono incessanti i lavori di ripristino dei sistemi»

L’AQUILA. Tutti i dati trafugati dagli hacker alla Asl aquilana finiscono sulla rete internet. Una mole enorme di dati sensibili, referti medici, terapie di migliaia di pazienti – bambini compresi – ma anche numeri, indirizzi e codici fiscali dei dipendenti dell’azienda, il tutto in 13 cartelle, ognuna per un reparto o settore della Asl, per un totale di diverse centinaia di Gigabyte di file pubblicati ieri pomeriggio sul dark web. L’accordo tra le due parti in guerra informatica – Asl e hacker, appunto – non solo non è stato trovato, ma nemmeno cercato. «Non è stata avanzata alcuna richiesta di riscatto», scrivono gli stessi cybercriminali del gruppo “Ransomware Monti” nell’ultimo messaggio sul loro sito, smentendo le cifre di cui si parla con insistenza da giorni, cioè tra i due e i tre milioni. Lo dice anche il direttore generale della Asl Ferdinando Romano, alla sua prima uscita pubblica dall’inizio dell’emergenza: «Nonostante la provenienza degli attacchi sia nota, l’azienda tiene a sottolineare come non vi sia stato contatto alcuno né con il gruppo di hacker, né con chiunque abbia rivendicato la penetrazione nei sistemi di gestione sanitaria. Risulta quantomai bizzarro che, in assenza di un qualsivoglia canale di comunicazione instaurato con gli hacker, la Asl 1 possa aver appreso l'importo di un presunto riscatto richiesto dai trafugatori».
E ancora: «Ricordiamo ai cittadini che la divulgazione dei dati trafugati costituisce un reato e chiunque scarichi dal dark web file rubati commette un illecito, quindi ribadiamo l'invito a non aprire documenti rilasciati illegalmente in rete».
LENTO RITORNO ALLA NORMALITà
«Proseguono incessanti», continua Romano, «i lavori di ripristino dei sistemi informatici, coordinati dalla task force individuata per attuare la controffensiva ai cyber-attacchi patiti. I Cup dei presidi ospedalieri sono tutti attivi a partire e nei prossimi giorni saranno ripristinati i Cup distrettuali». Si informa anche che la Radioterapia «ha iniziato a lavorare a pieno regime sin da domenica, con sei pazienti. Funzionano inoltre a pieno ritmo sale operatorie e diagnostica per immagini e nei prossimi giorni sarà ripristinata la piena operatività dei laboratori analisi».
LA POLEMICA
Mentre partono le prime azioni legali e continuano le indagini della polizia postale, riesplodono anche le polemiche. «È il momento di tutelare la privacy dei cittadini e la loro sicurezza: il presidente Marsilio e la Regione cosa stanno facendo di concreto? Non si può più tacere, occorrono immediate spiegazioni», scrive in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giorgio Fedele, tra i primi a denunciare l’attacco hacker e la diffusione dei dati sensibili degli utenti. «Una settimana fa avevamo posto delle domande chiare. Dobbiamo constatare che i vertici della Asl e i responsabili politici non hanno inteso rispondere», scrive invece il Partito democratico dell’Aquilano, che ha fatto partire la campagna social “Troppo grave per tacere”, lamentando la mancanza di «trasparenza verso cittadini inermi che vedono messi a rischio i diritti alla salute e alla privacy», segnalando anche carenza di personale nel settore Ced della Asl che si occupa di cybersicurezza.
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