Gli orfani scappati dalle bombe accolti dagli applausi di Cerchio 

Un intero paese mobilitato. Per l’assistenza ci sono i medici del post-terremoto dell’Aquila Viaggio di 30 ore prima di trovare letti e peluche. Da oggi comincia la nuova vita per 45 bimbi 

CERCHIO. Dello striscione del colore della bandiera ucraina, con la scritta “Benvenuti” che campeggiava davanti all’edificio che li ospiterà, data l’ora tarda in cui sono arrivati, possono anche non essersene accorti. Ma il lungo e scrosciante applauso con cui la comunità di Cerchio li ha accolti, sfidando i rigori dell’inverno, i bambini ucraini in fuga dal loro Paese in guerra lo hanno sentito, eccome, e forse se lo ricorderanno per sempre.
Il pullman della Protezione civile che ha raccolto i 45 piccoli martedì pomeriggio in Slovacchia, al confine con l’Ucraina, è arrivato a Cerchio alle 19.49. Oltre 30 ore di viaggio, durante le quali qualche bambino si è sentito male.
Con questi piccoli la vita finora non è stata benevola. Alcuni rimasti orfani si trovavano in strutture sanitarie, altri avendo perso la madre erano rimasti col padre, ma partendo questi per il fronte, sono rimasti soli, altri ancora sono arrivati accompagnanti dalle mamme. Il primo a scendere dal pullman lo teneva in braccia la mamma. Poi via via sono scesi tutti. Dopo una piccola pausa nel teatro Calipari, messo a disposizione dal Comune, insieme a un ambulatorio, gli ospiti hanno raggiunto l’ex scuola elementare dove ad attenderli c’erano finalmente un pasto caldo e un letto per dormire. Sopra le coperte tanti pupazzetti. «Abbiamo allestito i letti nell’ex scuola elementare», racconta Angelo Fasciani, presidente del Gruppo alpini di Cerchio, «per i pasti invece abbiamo a disposizione i locali dell’ostello, che dista dalla scuola un centinaio di metri. Per accogliere al meglio i piccoli ospiti abbiamo lavorato in collaborazione con la Protezione civile regionale e l’Associazione nazionale alpini, sezione Abruzzi, presieduta da Pietro D’Alfonso».
Questi bambini devono superare il trauma subìto dai bombardamenti russi che li hanno costretti a fuggire dal loro Paese. Devono integrarsi nella comunità che li ospita. A tal scopo, un ruolo importante potrà svolgerlo l’Associazione medici di famiglia volontari per le emergenze. È nata in occasione del terremoto dell’Aquila del 2009 e fa capo all’Ordine dei medici della provincia. A presiederla è il dottor Domenico Barbati. Per assicurare ai bambini l’assistenza necessaria, l’associazione opererà in coordinamento con la prefettura, il tribunale per i minorenni dell’Aquila e l’Asl. «Le necessità di questi piccoli», spiega Barbati, coadiuvato dal collega Donato Aratari, «sono di natura pratica, come fornire loro alloggio, vestiti, vitto, giochi. A queste necessità possono provvedere il Comune di Cerchio, associazioni di volontariato, come il Sogno dei bambini di Avezzano, presieduta da Margherita Saracino, che è andata con la Protezione civile a prendere i piccoli. Le altre necessità sono di natura sanitaria e a queste provvederemo noi. Già abbiamo costituito un pool di psicologi e di pediatri».
Del primo fanno parte i dottori Paolo Manfreda, Clementina Petrocco, Elisa De Foglio, Lisa Raglione, Emanuele Cerone, Tancredi Di Iullo. Del secondo i dottori Francesco Maccallini, Anna Maria Ruscitti, Marco Peditta e Giuliana Giampaolo.
Ad attendere i piccoli ospiti, tra gli altri, vi erano la presidente del tribunale per i minori, Cecilia Angrisano, che nel pomeriggio ha avuto un vertice con il sindaco Gianfranco Tedeschi che è stato designato tutore dei piccoli; la capogruppo regionale di 5 Stelle, Sara Marcozzi, insieme ai consiglieri regionali Giorgio Fedele e Pietro Smargiassi. Oggi, alle 12, è previsto un altro incontro con la partecipazione del prefetto per procedere all’identificazione degli ospiti e al decreto tutorio.
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