Gran Sasso e Stiffe inaccessibili

Ancora chiuse al pubblico la funivia e le Grotte, si contano i danni

L'AQUILA. Il Gran Sasso e le Grotte di Stiffe: oro puro per il territorio in termini di turismo. Due risorse che avrebbero potuto ridare fiato a un'economia sofferente, ancor più dopo il terremoto. Ma burocrazia e lotte di potere stanno togliendo all'Aquila l'opportunità di puntare sul turismo per risalire la china. La funivia e gli impianti del Gran Sasso sono chiusi, come le Grotte di Stiffe, inaccessibili al pubblico.

CENTRO TURISTICO. Di valorizzazione del Centro turistico del Gran Sasso e del potenziamento degli impianti sciistici di Campo Imperatore si discute da anni, ma con risultati finora nulli. Il piano d'area della montagna aquilana è rimasto sulla carta, mentre i debiti del Centro turistico superano i 7 milioni di euro. Una situazione resa ancor più pesante dalle diatribe interne al consiglio di amministrazione. Mentre parte dei 30 dipendenti in cassa integrazione è confluita all'Asm, resta irrisolto il dilemma della riapertura della stazione sciistica.

La funivia è chiusa per manutenzione e la stagione invernale è a rischio, nonostante le rassicurazioni del Comune che conta «di rispettare, anche quest'anno, il calendario di apertura degli impianti». Ma certezze non ce ne sono. Tranne una: nella fase di emergenza del post-terremoto si è data priorità ai centri abitati, puntellati fino all'ultima pietra, e alla viabilità, scelta ovvia e naturale. A distanza di mesi, tuttavia, sono rimaste fuori dal piano di intervento proprio quelle strutture che potrebbero rappresentare il futuro della città, Gran Sasso in primis. L'Aquila territorio vocato al turismo: uno slogan finito nel dimenticatoio.

Non hanno avuto risposte neppure gli albergatori e gli operatori di settore, che hanno sollecitato nuovi investimenti sul Gran Sasso e la realizzazione di strutture ricettive in grado di accogliere flussi economici consistenti.

Il Comune vorrebbe affidare il Centro turistico ai privati, dopo la fallimentare gestione pubblica. Ma il bando non è ancora partito e la strada verso la ripresa sembra lunga e tortuosa. Con una delle stazioni sciistiche abruzzesi più belle e rinomate che rischia di restare chiusa anche a Natale.

GROTTE DI STIFFE. 600mila euro di perdite in poco più di un anno. Le cavità naturali situate nel comune di San Demetrio ne' Vestini, altra perla naturalistica dell'Aquilano, sono chiuse al pubblico dal 6 aprile 2009. A impedire la riapertura delle grotte è un semplice intervento di messa in sicurezza della parete rocciosa che sovrasta l'ingresso, da dove si sono staccati alcuni massi. Le grotte, al loro interno, non hanno subìto danni a causa del sisma. Eppure, nonostante i solleciti e le richieste di intervento, la situazione non si è sbloccata. Tanto che la società Grotte di Stiffe, per bocca del presidente, Gaetano Serafino, ha annunciato una mobilitazione di protesta per sensibilizzare enti coinvolti e opinione pubblica. Come per il Gran Sasso, anche in questo caso è lecito parlare di opportunità persa e di problemi sul fronte occupazionale, con cinque lavoratori in cassa integrazione e una quindicina di stagionali, ai quali non è stato rinnovato il contratto.

Il Comune di San Demetrio ha presentato ad aprile scorso un progetto per la messa in sicurezza dell'esterno delle grotte, che ha già ottenuto il parere di congruità da parte della Regione. L'importo previsto è di 900mila euro. Fondi che, ad oggi, non sono disponibili. Le grotte, prima del terremoto, facevano registrare un'affluenza media di 60mila visitatori l'anno. Da tutta Italia continuano ad arrivare richieste di comitive, che vorrebbero visitare le cavità naturali di Stiffe, rinomate per le suggestive stalagmiti e stalattiti e per il fascino delle cascate che ne caratterizzano il percorso interno.

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