Grandi Rischi-bis, il gip decide se ammettere 30 parti civili
Udienza del procedimento penale satellite: tra i ricorrenti molti familiari di studenti morti nei crolli
L’AQUILA. Stamani si torna a parlare della commissione Grandi Rischi. Infatti è stata fissata per oggi un’udienza del procedimento satellite a quello che circa un mese fa si è concluso con la condanna dei sette componenti della commissione. Per quel mancato allarme, infatti, ci sono state delle condanne a sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo a carico degli scienziati Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce.
Questa mattina, a meno di possibili rinvii che farebbero inviperire le parti civili, già più volte convocate in udienze che, per forza maggiore, non si sono tenute, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Grieco dovrebbe decidere sull’inserimento (o meno) tra le parti civili di familiari di vittime che sono stati estromessi. Questo sulla scorta della decisione della Procura che ritenne non provata la correlazione tra la scelta delle vittime di restare a casa e le rassicurazioni della commissione.
Naturalmente, contro le decisioni della Procura, che per quanto riguarda questo filone d’indagine ha chiesto di archiviare, vi è stata l’opposizione delle 30 parti escluse e la decisione è rimbalzata nelle mani del giudice. Questi, sulla scorta di una serie di documentazioni che sono state portate alla sua attenzione, potrà decidere se chiudere il caso, ammettere alcune delle parti finora escluse o ammetterle tutte.
Tra coloro che hanno inoltrato ricorso ci sono i familiari di diversi studenti universitari che abitavano soprattutto nei condomìni crollati in centro storico in quanto realizzati, negli anni Sessanta, con modalità costruttive approssimative che hanno fatto drizzare i capelli ai consulenti dell’accusa.
Si è trattato di un procedimento che va per proprio conto e che segue quello principale in quanto alcune denunce sono state fatte in un secondo momento e non potevano essere inserite nel filone principale che era stato già avviato. I tempi si sono allungati anche a causa di rinvii imputabili a difetti di notifiche. E questo ha comportato che molte parti offese sono arrivate all’Aquila da fuori provincia o fuori regione per poi sentirsi dire che la mancata consegna di una notifica ha mandato all’aria un’udienza attesa da mesi.
Non tutte le parti escluse dal procedimento penale hanno insistito nel voler comunque essere ammesse in un giudizio di tal genere. Infatti ci sono dei legali che, ritenendo improbabile il superamento dell’opposizione della Procura al loro ingresso nel dibattimento penale (anche se chi decide è il gip), hanno scelto la strada del ricorso per danni al tribunale civile. Dove, a loro dire, ci sono ampi margini per poter ottenere qualche riconoscimento di natura giudiziale alle loro istanze di giustizia.
Tutto questo mentre si aspetta con ansia il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna del processo principale da parte del giudice unico Marco Billi, che potrebbe riservare anche qualche sorpresa.
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