Grandi Rischi bis, l’inchiesta passa di mano
La Procura generale ha avocato il fascicolo e si occuperà direttamente dell’indagine a carico di Bertolaso
di Giampiero Giancarli
L’AQUILA
. L’inchiesta Grandi Rischi bis, che vede indagato per omicidio colposo plurimo l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, si arricchisce di un nuovo e inatteso capitolo.
A seguito delle istanze avanzate dalle parti civili, la Procura generale dell’Aquila ha avocato a sé l’inchiesta, dopo la doppia richiesta di archiviazione da parte dei pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio, e la conseguente presa di posizione motivata delle parti civili dalla constatazione che finora alcune argomentazioni non hanno trovato ascolto da parte della Procura. Per cui, avvalendosi di un potere gerarchico, il procuratore generale Giuseppe Falcone, esaminata la voluminosa documentazione portata alla sua attenzione e dei suoi magistrati, ha deciso di avocare a sé l’indagine che verrà affidata a un procuratore del suo ufficio a meno che non sia egli stesso a portarla avanti. Le richieste di avocazione sono due. Una firmata dagli avvocati Angelo Colagrande e Stefano Parretta per conto delle parti lese Vincenzo Vittorini, Pier Paolo Visione, Massimo Cinque, mentre l’altra è firmata dall’avvocato Gianfranco Iadecola, un ex magistrato, per conto della parte offesa Maurizio Cora. Secondo la Procura della Repubblica la posizione va archiviata in quanto Bertolaso non era presente alla riunione del 31 marzo 2009 nella quale la Commissione Grandi Rischi rassicurò la popolazione sull’ipotesi di un forte sisma; e inoltre, la telefonata «incriminata» con l’ex assessore regionale Daniela Stati non sarebbe utilizzabile in quanto facente parte di altro procedimento. Secondo i pm, dunque, Bertolaso non è da considerare come il mandante dell’esito di quella riunione come ritengono, invece, i ricorrenti.
Le parti lese hanno sempre sostenuto che finora la fase istruttoria era stata assai carente visto che non erano state indicate come testimoni delle persone che avrebbero potuto chiarire alcuni aspetti sui quali finora si è indagato poco.
Sta di fatto che le valutazioni della Procura sono state sconfessate. Le parti lese hanno sempre sostenuto che le testimonianze ammesse in occasione dell’incidente probatorio erano inadeguate per una prospettazione obiettiva della vicenda. Ora ci sarà una nuova istruttoria nel senso che il nuovo magistrato designato, anche sulla scorta delle indicazioni delle parti, cercherà di colmare le lacune investigative.
Nei prossimi giorni si conosceranno le ragioni per le quali la Procura generale ha deciso di adottare una decisione clamorosa che ha pochissimi precedenti.
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