Grandi rischi, domenica manifestazione in piazza

L’organizzatore: «Un palco nel centro storico per dare spazio a tutti Non sarà un’iniziativa politica, rispettiamo i familiari delle vittime»

L’AQUILA. Dopo il sit-in e il corteo spontaneo di giovedì sera, la città prepara un’altra manifestazione contro la sentenza della Corte d’Appello che ha scagionato sei su sette ex componenti della commissione Grandi rischi.

L’appuntamento è per domenica, dalle 16, in piazza Duomo. Anche stavolta i familiari delle vittime del terremoto, insieme a molti aquilani, esprimeranno il proprio dissenso e il loro dolore con un sit-in pacifico. «Tutto è stato stabilito in collaborazione con le famiglie delle vittime», spiega Alessio Ciccone, l’organizzatore. «Allestiremo un palco per permettere a quanti più possibile di intervenire. Almeno una ventina le persone che porteranno la propria testimonianza. I racconti saranno inframmezzati dalla lettura di alcune poesie sul terremoto. Abbiamo coinvolto anche le scuole e le associazioni cittadine, oltre alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco. Gli invitati in totale sono circa 25mila. Abbiamo affittato 500 bandiere neroverdi. Non sarà una manifestazione politica, ma della città: non vogliamo piangerci addosso, ma dare speranza ai più giovani».

Intanto Marco Billi, giudice di primo grado che condannò i sette imputati a sei anni ciascuno, ha commentato con poche parole la sentenza d’Appello. «Ognuno di noi ha i suoi pensieri, ma c’è chi li deve tenere per sé. Il processo è in corso, non posso dire una parola. Quando sarà finito magari parlerò. Le sentenze vanno lette, mentre oggi abbiamo solo il dispositivo. Magari le motivazioni dei colleghi sulle assoluzioni saranno ottime e convincenti. Le leggerò non appena verranno depositate». Quindi un pensiero ai familiari delle vittime. «Da giudice non mi permetto di schierarmi, sono stato e resto super partes perché è il mio ruolo. Come cittadino sono vicino come tutti alle famiglie delle vittime per quello che hanno subìto, mi tolgo il cappello come credo abbiano fatto anche gli imputati». (m.c.)

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