L'Aquila
Grandi rischi, i famigliari delle vittime e la sentenza che fa Storia
Dopo mesi di processo hanno atteso con ansia la decisione dei giudici di Corte d'Appello. Ecco la lunga giornata di chi ha perso i propri cari nel sisma del 6 aprile 2009
L'AQUILA. Emozione e consapevolezza. Coscienza di essere in qualche modo parte di un processo che passerà alla storia. Non solo la Storia con la "s" maiuscola, ma anche quella giuridica del Paese.
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Con queste sensazioni i familiari delle vittime del sisma del 6 aprile 2009 hanno atteso la sentenza del processo d'Appello alla Commissione Grandi Rischi nella composizione che si riunì il 31 marzo del 2009 all'Aquila, dopo mesi di sciame sismico estenuante. Negli stessi locali della Corte d'Appello sono stati, quasi spalla a spalla, imputati (e loro avvocati) e familiari delle vittime dei crolli. Accusati e accusatori negli stessi pochi metri quadrati, senza mai guardarsi o facendolo di sottecchi. Muti gli imputati e i loro difensori. Desiderosi invece di raccontare anni di doloroso lavoro i legali delle parti civili, che hanno dovuto accompagnare i familiari a raccogliere ricordi e testimonianze per ricostruire le ultime ore di vita dei loro congiunti, prima che il terremoto li portasse via.
"Un lavoro duro e faticoso quello fatto in questi anni sotto il profilo del dolore che reca con sé il fatto di approfondire queste vicende, di tornare in continuazione con i ricordi, di scavare, ricostruire le testimonianze, e ripercorrere quotidianamente queste vicende dolorosissime", sono le parole dell'avvocato Elena Leonardi che difende i familiari di Ilaria Placentino, giovane studentessa universitaria deceduta nel sisma, originaria di San Giovanni Rotondo. Ilaria era all'Aquila da pochi mesi per studiare. E' rimasta uccisa dalle macerie di una casa crollata presa in affitto con altri studenti.
Anche l'avvocato 89enne di parte civile, Attilio Cecchini, commenta il processo in attesa della sentenza: "Un processo che ha un'importanza mondiale, internazionale, un processo che non è soltanto aquilano. Indirettamente si tratta di un processo, come dicono gli stessi imputati, alla scienza, perché lo scienziato qui ha commesso degli errori di valutazione. Dovrà prenderne atto l'intera comunità scientifica mondiale, che è già intervenuta per posizionarsi a favore degli imputati"
"Un processo che farà storia". Così Antonietta Centofanti, del Comitato familiari delle vittime della casa dello studente, commenta il processo d'Appello alla Commissione Grandi Rischi in attesa. "Ci auguriamo che la sentenza vada nella direzione che noi ci auspichiamo, ossia nella direzione della condanna per la leggerezza nell'analisi del rischio e della comunicazione del rischio. Sarà una sentenza importante che creerà i presupposti per avvicinarsi alle tematiche sulla sicurezza con maggiore rigore e consapevolezze su ciò che è a rischio".
"Un processo connotato dalla grande sofferenza avvertita soprattutto in primo grado, durante il quale i familiari delle vittime del sisma hanno dovuto raccogliere le prove e ricostruire le ultime settimane di vita dei congiunti". Wania Della Vigna è l'avvocato che difende i familiari di alcuni ragazzi deceduti nel crollo della Casa dello studente e anche giovani che a quella tragedia sono sopravvissuti miracolosamente. "C'è un clima di attesa, ma anche di serenità e fiducia nella magistratura", ha concluso Della Vigna, ricordando "il cambio delle misure cautelari assunte prima e dopo l'esito della Grandi Rischi in merito ai comportamenti tenuti in occasione delle scosse sismiche"
Speranze che, per chi sperava in una conferma della sentenza di primo grado, sono andate deluse alla lettura della sentenza. La corte d'Appello ha ribaltato il giudizio di primo grado: assolti sei imputati su sette. L'unico condannato è Bernardo De Bernardinis, che nella commissione nel 2009 rappresentava la protezione civile. Troppo poco per i famigliari delle vittime.