Grimaldi, le immagini che fanno storia

Il 10 settembre alle 18 al Movieplex sarà presentato l’ultimo lavoro del regista: un tuffo all’indietro per capire il presente

L’AQUILA. Oggi, nell’era internet, viene filmato quasi tutto, anche il superfluo. Cinquant’anni fa erano in pochi quelli che imbracciavano una telecamera per documentare con le immagini eventi destinati a passare alla storia. Febo Grimaldi è stato per L’Aquila un vero e proprio pioniere. Nel suo archivio privato in 50 anni ha raccolto chilometri di pellicola: dalla giornata del tricolore del 1962 alla posa della prima pietra del nuovo palazzo di Giustizia (quello che sarà presto di nuovo inaugurato dopo le riparazioni post sisma) del 1963; al giro d’Italia del 1964 con Gino Bartali; alla visita, nell’agosto 1980 di Giovanni Paolo II nel cantiere Cogefar dove si scavava il tunnel del Gran Sasso; all’inaugurazione del traforo nel 1984 da parte dell’allora presidente del consiglio Bettino Craxi e tanto altro ancora.

Dopo il terremoto Febo Grimaldi, come la gran parte degli aquilani, è stato sballottato fra vari piani Case. La sua abitazione nella zona di via XX Settembre è stata gravemente compromessa e alla scossa si sono aggiunti anche danni successivi che hanno rischiato di mandare in fumo tutto il materiale girato in decenni di impegno e passione. Ma Grimaldi non si è perso d’animo, ha recuperato gran parte del suo lavoro e come omaggio alla città – in cui vive dal 1959 anche se non ha mai dimenticato il suo borgo di origine, Termine di Cagnano – ha deciso di realizzare un film che compendia gli eventi più importanti dell’Aquila dal 1962 al 1984.

Lo ha voluto intitolare “Ritorno al passato” con l’obiettivo di guardare indietro per capire meglio il presente. Nel periodo preso in considerazione L’Aquila riuscì a “consolidarsi” sia dal punto di vista economico che culturale: l’autostrada, il traforo, le presenze di importanti intellettuali (fra cui Alberto Moravia); la “nuova Perdonanza; i grandi personaggi della politica (c’è un comizio di Fanfani con Lorenzo Natali in piazza Duomo); i lavori per rifare la funivia da Fonte Cerreto a Campo Imperatore. Viene documentato un capoluogo di Regione che aveva voglia di riscatto e che guardava al futuro con ottimismo: non dimentichiamo che sono quelli anche gli anni del boom – che all’Aquila ebbe il volto della Marconi prima e dell’Italtel poi – e anche della lotta per il capoluogo momento alto di presa di coscienza del ruolo centrale che la città voleva avere nel panorama regionale.

Il film del regista aquilano lega gli eventi restituendoci, con la forza e la vivacità delle immagini, storie spesso dimenticate da chi ha una certa età e ignorate per motivi anagrafici dai più giovani.

Ma Febo Grimaldi non è stato solo cronista o notaio degli avvenimenti.

Per chi lo conosce bene è stato soprattutto il cantore delle bellezze dell’Aquila, del suo circondario e dell’Abruzzo.

Ho avuto la fortuna di imbattermi in Febo Grimaldi negli anni Ottanta del secolo scorso. Era venuto a Onna alla Sagra dell’Ortolana. In quel periodo stava girando un documentario sull’Aterno e sulle bellezze che si potevano e si possono incontrare lungo il corso del fiume. Mi chiese di accompagnarlo a fare un giro per le campagne di Onna e di fare una tappa anche al mulino di San Gregorio uno dei pochi esempi di mulino ad acqua all’epoca ancora funzionante. Fu lì che potei apprezzare la professionalità, il puntiglio, l’attenzione anche ai piccoli particolari, l’intuizione nel cogliere dei flash che poi avrebbero illuminato un paesaggio, lo sgaiattolare di un animale selvatico, il duro lavoro di un contadino. Oggi il mulino di San Gregorio non c’è più. Il terremoto del 2009 lo ha cancellato e si è portato via Tomassino Pezzopane e la moglie Domenica che lo gestivano con grande dedizione in un silenzio rotto solo dal rumore dell’acqua scrosciante che muoveva meccanismi antichi, semplici ma sempre efficienti.

La filmografia di Grimaldi è sterminata. È stato lui a realizzare documentari sulla Perdonanza moderna, sulla costruzione del traforo (dove ci sono immagini spettacolari girate a contatto con gli operai in una situazione ambientale facilmente immaginabile), sullo zafferano, sui laghi d’Abruzzo, sui serpari di Cocullo e si potrebbe andare avanti a lungo.

Nella sua vita ha avuto anche incarichi importanti: giovanissimo è stato sindaco di Cagnano e poi presidente del centro turistico del Gran Sasso, presidente e Fondatore del Consorzio Tre Nevi, presidente dell’Accademia delle Belle Arti. Per trent’anni è stato docente di teoria, tecnica e didattica delle strutture audiovisive nell’istituto superiore di Educazione fisica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA