Grippo ai vigili: «Premi e indennità non vanno pretesi»

Il comandante della polizia municipale replica ai sindacati dopo la battaglia sulle valutazioni del personale

L’AQUILA. «Incassare indennità di risultato o premi di produttività erogati con “leggerezza” è immorale e forse non solo: sono soldi pubblici». Non si è fatta attendere la replica del colonnello Ernesto Grippo, comandante della polizia municipale, in relazione alla battaglia sulle valutazioni al personale sollevate dai sindacati.

«Diciotto unità di personale su 54, quindi un terzo del personale, non ha condiviso i giudizi del dirigente», afferma Grippo. «Il personale in questione, che ha richiesto audizione all’organismo interno di valutazione e al dirigente, controdeducendo al giudizio negativo, ha ricevuto in 3 casi un giudizio di ottimo, in 15 casi un giudizio di buono».

Secondo il comandante «i giudizi negativi sono quelli, semmai, di discreto, sufficiente e inadeguato. La normativa prevede che il dirigente valuti le controdeduzioni e possa, se vuole, anche ascoltare il ricorrente, altrimenti trae le conseguenze dallo scritto e formula il giudizio definitivo. Ho ritenuto di approfondire le controdeduzioni, entrare nel merito delle singole attività quotidiane del dipendente, e valutare definitivamente senza ascoltare ulteriormente. Ho confermato i giudizi. L’organismo di valutazione ha ritenuto di voler ascoltare il personale ricorrente e farà le sue valutazioni».

Il colonnello passa al contrattacco, dopo aver ricordato le norme che regolano le valutazioni nella pubblica amministrazione. Gli obiettivi, precisa, non possono riguardare l’ordinaria amministrazione. «Non tutta l’attività di un settore è descritta negli obiettivi e il personale si valuta anche oltre gli obiettivi. Purtroppo negli anni 2013, 2014 e 2015 gli obiettivi assegnati sono risultati quasi sempre in contrasto con le direttive della Corte dei Conti e i princìpi basilari del piano performance. Nel 2013 gli obiettivi del Comando sono stati un protocollo con la Procura per distaccare personale, un protocollo con la questura per il terzo turno nel quale poi il Comando era aperto ma non faceva la cosa fondamentale, rilevare sinistri stradali, attivare la centrale operativa, fare educazione stradale e bonificare siti: il tutto senza alcun target di riferimento. Ovviamente obiettivi raggiunti senza bisogno di misurazione. Nel 2014 ho trovato un Comando che non aveva obiettivi e solo a settembre, dopo due mesi dall’insediamento, ho formulato obiettivi minimi strategici come il numero di accertamenti con autovelox e telelaser, le patenti ritirate, le auto e moto controllate, le ispezioni in materia edilizia e i verbali di accertamento delle inottemperanze, i verbali di ispezione di pubblici esercizi, le verifiche di requisiti igienico-sanitari, i controlli dei prezzi, dei prodotti scaduti, i verbali di occupazioni suolo pubblico. I target sono stati previsti al minimo. Nel 2015 questi gli obiettivi: almeno 100 sinistri stradali, quindi se non si facevano incidenti non si raggiungeva l’obiettivo, almeno 300 posti di controllo, 2500 i veicoli controllati e poi almeno 4500 verbali, un obiettivo assurdo perché mai si pone tra gli obiettivi quello di fare multe, solo 100 presìdi scolastici. E poi il top: almeno 300 segnalazioni alla sala operativa. Quindi era sufficiente che quasi tutti i giorni un aquilano chiamasse la sala operativa e l’obiettivo era raggiunto».

Grippo, nel 2016, ha aggiunto al regolamento di polizia urbana, al regolamento Ztl e al censimento dei passi carrabili altri obiettivi di sicurezza stradale e tutela del territorio, oltre alla legalità sulla ricostruzione. «È giusto che ogni lavoratore ricorra per vedere incrementato il suo giudizio, così come è giusto che il dirigente difenda il suo giudizio. Aspirare a valutazioni “eccellenti”, previste dalle linee guida solo in casi rari, o “ottime” è legittimo, pretenderlo è presuntuoso».

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