Hacker scatenati, l’appello: «Servono norme e fondi» 

Convegno della Uil Fp dopo gli attacchi alla Asl, alla Gsa e agli uffici della Regione «Necessario l’intervento del governo, tutti gli enti devono potersi difendere»

L’AQUILA. Un appello al governo, per «attuare regolamenti più stringenti e investimenti massicci nella cybersicurezza delle pubbliche amministrazioni». La proposta parte dall’Aquila, grazie all’intervento della Uil Fp nazionale e locale, dopo l’attacco hacker che ha mandato in tilt il sistema informatico della Asl 1 e che ha colpito, con conseguenze meno gravi, anche la Gran Sasso Acqua. Analoghi tentativi sono avvenuti nei confronti della Asl di Chieti e della Regione Abruzzo.
Si è parlato di prevenzione e gestione a tutela di cittadini e lavoratori durante la tavola rotonda “La pubblica amministrazione nel mirino degli hacker”, che si è svolta ieri in città, nella sede dell’Ance, alla presenza del segretario generale Uil Fpl Domenico Proietti, del segretario territoriale Uil Fpl L'Aquila Antonio Ginnetti, della segretaria nazionale Uil Fpl Fulvia Murru, del data protection officer (Dpo) Uil Fpl Francesca Cecconi e dell'esperto in cybersecurity, Dpo e ingegnere informatico Carlo La Mattina.
«Siamo qui per parlare di prevenzione e gestione degli hackeraggi, un fenomeno in espansione nel mondo, in Europa e in Italia», ha affermato Ginnetti, «e ne ragioniamo con esperti nazionali in informatica, con il sindacato, la politica e i lavoratori. Vogliamo partire dalle esperienze negative che ci sono state sul territorio per chiedere al governo, tramite la Uil nazionale, di porre rimedio alla situazione con un regolamento più stringente e con fondi ad hoc per le pubbliche amministrazioni». Secondo la Uil Fp, «questo intervento consentirebbe di dare a tutte le amministrazioni una uguale opportunità di investimento. Le capacità economiche delle aziende pubbliche per fare investimenti in cybersicurezza, infatti, variano profondamente e ogni azienda si muove in un perimetro decisionale che risente fortemente della capacità di spesa». Dunque, «il problema può trovare soluzione solo istituendo un finanziamento vincolato alla cybersicurezza da assegnare secondo criteri nazionali che tengano conto di indicatori precisi, in grado di rappresentare adeguatamente i fabbisogni aziendali. Questo intervento consentirebbe di dare a tutte le aziende un’uguale opportunità d’investimento che ha come conseguenza la piena assunzione di responsabilità da parte delle aziende».
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