I dipendenti in stato di agitazione
Senza stipendio né certezze per il futuro, manutenzione impianti a rischio
L’AQUILA. Senza stipendio e senza certezze per il futuro. I 30 dipendenti del Centro turistico hanno proclamato lo stato di agitazione e se non si sblocca la situazione non effettueranno i lavori di manutenzione agli impianti. «Ormai è da tempo che prendiamo gli stipendi in ritardo», sottolineano i lavoratori, «e ci dicono che non c’è liquidità per pagare la mensilità di maggio. Siamo stanchi ed esasperati: alcuni di noi sono transitati alle altre aziende comunali, ma per la maggior parte il futuro è nero. Vogliamo chiarezza». Secondo il sindaco, tutto il personale Ctgs verrà trasferito alla gestione del Progetto Case e sarà Invitalia, dopo l’ingresso nella società, a riorganizzare la pianta organica. «Nessuno perderà il posto», afferma il sindaco, «ma voglio dire a chiare lettere che il Ctgs è stato “assassinato” dalla giunta Tempesta, quando ha assunto ben 35 persone, che costano 1,5 milioni all’anno a fronte di incassi per 800mila euro». Sulla vicenda interviene anche la Cgil. «È abitudine del Ctgs», dice Domenico Fontana, segretario Filt-Cgil, «ritardare il pagamento delle retribuzioni. Le difficoltà dell’azienda sono note a tutti. Le responsabilità sono molteplici, ma chi paga sono sempre e solo i dipendenti. Qualcosa si è fatto, nella direzione di ridurre la forza lavoro favorendo la mobilità di qualche dipendente verso altre partecipate. Ora è urgente prevedere le risorse necessarie per far sopravvivere l’azienda e garantire la possibilità di effettuare in tempi rapidi le manutenzioni, per evitare di ritrovarsi in ritardo per l’avvio della stagione. Si annunciano somme importanti per investimenti sul sistema Gran Sasso: nel frattempo però si rischia di far morire il malato prima dell’arrivo della medicina. È evidente che l’incertezza sul futuro non incentiva quel clima collaborativo necessario per la salvezza dell’azienda. I dipendenti del Ctgs meritano rispetto per il loro lavoro e certezze per il futuro. C’è bisogno», conclude Fontana, «di un piano di rilancio e riorganizzazione, con risorse certe e spendibili subito». (r.s.)