I gestori ricorreranno al Tar
Chiusura anticipata dei locali, nuova protesta in piazza.
SULMONA. Un ricorso al Tar contro l’ordinanza e la richiesta di un confronto con il sindaco e tutte le forze sociali della città per arrivare a una soluzione che risolva il problema del vandalismo degli schiamazzi notturni. Sono queste le mosse annunciate dai gestori di pub e bar del centro storico contro la decisione del primo cittadino di anticipare la chiusura dei locali di un’ora. «Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità», dicono, «il controllo della città spetta ad altri». Intanto arriva anche la prima denuncia per il sindaco. Ma la tensione continua a salire. La madre di un gestore di un pub si è recata dai carabinieri affermando di essere stata pesantemente offesa dal primo cittadino in mezzo alla strada. Accuse anche da Alessandro Candido, titolare del Bar Medievale: «Prima ci hanno concesso le licenze incoraggiandoci a investire per rivitalizzare il centro storico, ora vogliono svuotarlo. E lo stanno facendo sulla nostra pelle.
Vogliono farci passare per quelli che hanno creato il problema degli schiamazzi e degli episodi di vandalismo. Noi no ci stiamo», sottolinea Candido «perciò chiediamo l’apertura di un tavolo di discussione con le forze dell’ordine, la politica, le associazioni di categoria e gli stessi cittadini che non riescono a dormire. Tutti insieme dobbiamo lavorare per arrivare a un punto d’incontro che soddisfi tutti». Gli esercenti premono anche per l’attivazione delle 47 telecamere istallate nei punti nevralgici di Sulmona, ma mai entrate in funzione. Il Comune ha precise responsabilità in questo senso. Ma anche per arrivare a una unificazione degli orari di chiusura con gli altri Comuni della Valle Peligna. A Raiano i locali restano aperti fino alle 4 di mattina, mentre nella periferia di Pratola fino alle 3.
Una anomalia che, secondo i gestori dei bar e dei pub di Sulmona, favorisce la migrazione dal capoluogo peligno verso i centri limitrofi. Inoltre a Bagnaturo, la frazione che appartiene per metà a Pratola e per metà a Sulmona, si è venuta a creare una situazione ancor più paradossale. I locali pubblici che sono sul territorio sulmonese sono costretti a chiudere all’una, mentre gli altri a poche decine di metri di distanza che stanno sul suolo pratolano abbassano le saracinesche due ore più tardi. Se n’è accorto anche il sindaco di Pratola Antonio De Crescentiis: «Sarebbe intelligente se tutti i Comuni del comprensorio avviassero un confronto sul problema che interessa tutti i cittadini della Valle Peligna e non solo Sulmona. Per quel che mi riguarda farò tutto quello che è nelle mie possibilità perché ciò avvenga».
Vogliono farci passare per quelli che hanno creato il problema degli schiamazzi e degli episodi di vandalismo. Noi no ci stiamo», sottolinea Candido «perciò chiediamo l’apertura di un tavolo di discussione con le forze dell’ordine, la politica, le associazioni di categoria e gli stessi cittadini che non riescono a dormire. Tutti insieme dobbiamo lavorare per arrivare a un punto d’incontro che soddisfi tutti». Gli esercenti premono anche per l’attivazione delle 47 telecamere istallate nei punti nevralgici di Sulmona, ma mai entrate in funzione. Il Comune ha precise responsabilità in questo senso. Ma anche per arrivare a una unificazione degli orari di chiusura con gli altri Comuni della Valle Peligna. A Raiano i locali restano aperti fino alle 4 di mattina, mentre nella periferia di Pratola fino alle 3.
Una anomalia che, secondo i gestori dei bar e dei pub di Sulmona, favorisce la migrazione dal capoluogo peligno verso i centri limitrofi. Inoltre a Bagnaturo, la frazione che appartiene per metà a Pratola e per metà a Sulmona, si è venuta a creare una situazione ancor più paradossale. I locali pubblici che sono sul territorio sulmonese sono costretti a chiudere all’una, mentre gli altri a poche decine di metri di distanza che stanno sul suolo pratolano abbassano le saracinesche due ore più tardi. Se n’è accorto anche il sindaco di Pratola Antonio De Crescentiis: «Sarebbe intelligente se tutti i Comuni del comprensorio avviassero un confronto sul problema che interessa tutti i cittadini della Valle Peligna e non solo Sulmona. Per quel che mi riguarda farò tutto quello che è nelle mie possibilità perché ciò avvenga».