I sogni dei ricercatori tra le onde gravitazionali
L’emozione di alcuni giovani del Gssi all’indomani dell’annuncio internazionale L’obiettivo per loro è poter collaborare a lungo in un progetto così straordinario
L’AQUILA. Gli occhi scuri dell’indiano Akshat Singhal, 24 anni, e del collega pakistano di un anno più grande Imran Khan, s’illuminano di orgoglio e di entusiasmo quando t’informi su cosa abbia significato per loro essere parte del progetto Grawiton (Gravitational wave initial training networkal).
A poche ore dalla conferenza stampa congiunta Pisa-Washington che ha annunciato al mondo una delle scoperte del secolo – l’esistenza delle onde gravitazionali “osservate” per la prima volta nella storia il 14 settembre 2015 - nei loro occhi ci sono felicità e soddisfazione: sanno di essere stati parte di un evento straordinario, di un appuntamento unico con la storia, insieme agli altri colleghi dalla Cina e dall’Italia. Non pesano più le migliaia di chilometri che li separano dalle loro città d’origine (New Delhi, in India e Quetta, in Pakistan). Per i due giovani ricercatori del “Gran Sasso science institute”, essersi trovati al posto giusto al momento giusto è stato «un sogno che si realizza», dicono quasi in coro. «Non stavano nella pelle», racconta chi li conosce bene, nell’attesa, nei mesi scorsi, dell’ufficialità di quanto era emerso da Ligo, l’osservatorio statunitense per il rilevamento delle onde gravitazionali. «Per me è molto importante essere qui», dice Akshat, «è un motivo di immenso orgoglio poter partecipare a questo esperimento e far parte della squadra internazionale che ha portato alla scoperta del secolo. È un sogno che si realizza e sono felice di lavorare qui». È dagli anni dell’università che Imran sogna «di sviluppare queste abilità e qualità in modo da arrivare a questo risultato», racconta, «volevo entrare e toccare con mano la scienza reale, e prendendo parte a questo progetto scientifico mi sono reso conto che i sogni sono diventati reali. Tale scoperta rappresenta una grande fonte di motivazione per me». Un sogno anche per Lorenzo Aiello, dottorando laziale in Fisica delle astroparticelle (nello stesso ambito della ricerca Grawiton) di 25 anni, uno dei 5 italiani in un gruppo internazionale di 1.004 ricercatori di 133 istituzioni scientifiche, 8 i ricercatori del Gssi tra cui anche il direttore Eugenio Coccia).
«Non eravamo ottimisti di arrivare così presto a questo approdo», dice Lorenzo, «convinti che avremmo dovuto aspettare ancora dei mesi. Adesso siamo molto motivati a fare ripartire l’esperimento Virgo, (Ligo è già ripartito, Virgo lo farà entro l’anno, ndr). Il mio sogno? Essere uno scienziato, continuare tutta la vita in questo ambito in Italia, all’interno del gruppo scientifico di Tor Vergata con cui collaboro», conclude. «Questo è il sogno: spero che coincida con la realtà».
Marianna Gianforte
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