I sogni spezzati di Stefano che voleva coltivare la terra
Il piccolo aveva conseguito la cintura gialla di judo e amava la vita in campagna Il cordoglio e il dolore di familiari e vicini: niente parole, abbiamo solo lacrime
AVEZZANO. Amava la vita in campagna e voleva imparare a coltivare la terra. Era anche un piccolo sportivo, aveva iniziato a seguire lo zio in palestra e dopo solo qualche mese di allenamenti di judo, aveva già ottenuto la cintura gialla.
La morte del piccolo Stefano Di Benedetto ha gettato nello sconforto l’intera Marsica. A soli otto anni, il ragazzo ha perso la vita in un tragico incidente. È finito sotto la fresa attaccata al trattore guidato dal padre. L’uomo stava arando un terreno di famiglia, non lontano da via Santissima Trinità, nella parte sud di Avezzano. Non appena si è diffusa la notizia in città, amici e parenti si sono precipitati sul luogo dell’incidente, per portare conforto alla madre del piccolo, Cristina Mazzulli e al padre, Maurizio. Dopo l’incidente le sue urla hanno richiamato in pochi minuti tutti i residenti della zona.
«Quando me l’hanno detto ho sperato fino alla fine che non fosse vero e che ci fossero ancora delle speranze», commenta Vincenzo Lo Zito, tecnico della palestra Budokai di Avezzano, collega dello zio del piccolo Francesco Di Benedetto. «Frequento casa dei genitori di Cecco, in via Sante Marie, da tantissimi anni. Maurizio è una brava persona, come lo era Stefano, il fratello scomparso in un altro tragico incidente, dieci anni fa. Tutto lo staff della Budokai è sconvolto e in questo momento così duro sosterrà il più possibile questa famiglia straziata dal dolore».
Francesco Di Benedetto è molto conosciuto in città anche come responsabile nazionale degli arbitri di judo. Anche Simone Santirocco, l’altro tecnico della Budokai, non appena saputo dell’accaduto ha lasciato a nome del team le condoglianze su Facebook. Decine i commenti arrivati dagli sportivi della città.
«Da poco gli avevamo dato la cintura gialla», dice addolorata Sharon Battiston, una giovane atleta del team, «non ci credo ancora». «Era un bambino dolce e buono», dicono i genitori della classe seconda C della Primaria di via delle Industrie, «non abbiamo parole, solo lacrime». I genitori si tengono in stretto contatto e in accordo con la maestra Maria D’Angelo, hanno deciso di non dire ancora ai bimbi cosa è successo al loro compagno. «È una famiglia che sentiamo vicina. Giuseppe, il nonno del bambino, era il compare di mio padre», racconta Roberto Panei, «Maurizio si è sempre dato da fare, da quando era giovane. Portava avanti il lavoro nei campi a cui per tutta la vita si è dedicato il padre. È da sempre un lavoratore. Gli siamo vicini». Il piccolo Di Benedetto, fino a pochi minuti prima dell’incidente, era in compagnia di un vicino, Francesco Berardicurti. È stato lui a sentire per primo le grida del padre e a chiamare i soccorsi. Il bimbo aveva raccolto nel suo campo i pomodori e li aveva appena riportati al padre. Sconvolto dal dolore, ieri sera, anche lui ha lasciato un pensiero per il piccolo su Facebook. «Amavi la vita nei campi», ha scritto, «continuerò a coltivare questa mia passione che era anche la tua, mio piccolo amico, anche in tua memoria». «Cristina è sempre stata molto riservata, una persona discreta ma di gran cuore» il ricordo di Giorgio D’Amico e Francesca Ciofani, ex vicini di casa a Cerchio, «tutto il paese si stringe intorno a lei e a tutti gli altri familiari». A Caruscino, don Ilvio Giandomenico, prima di dare il via al Festival dei giovani ha fermato la festa e recitato una preghiera per il bambino scomparso. Ieri sera i due genitori del piccolo Stefano sono stati raggiunti da Franco Giannantonio e Ornella Gemini, rappresentanti dell’Associazione “Genitori di stelle, figli della speranza”.
Magda Tirabassi
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