I tecnici: l'ordinanza è da rivedere

Gli ingegneri chiedono un incontro con Barca. Dubbi sui preventivi

L'AQUILA. «Un'ordinanza che non rispecchia le esigenze del territorio colpito dal sisma e che rischia di bloccare, del tutto, la ricostruzione». Gli ordini professionali bocciano, senza possibilità di appello, l'ordinanza numero 4013, firmata due giorni fa dal presidente del consiglio Mario Monti, che detta nuove regole in materia di ricostruzione. E chiedono un incontro immediato con il ministro, Fabrizio Barca, per fare chiarezza su molti aspetti tecnici.

Delle quattro linee-guida individuate dal Governo per superare l'emergenza post-terremoto in Abruzzo, a destare maggiore perplessità è il capitolo sul rigore, laddove si stabilisce «che le domande di contributo per la ricostruzione di edifici debbano essere corredate da almeno 5 offerte acquisite da imprese, nonché da tre offerte di progettisti, al fine di consentire valutazioni comparative». Un modo per prevenire le infiltrazioni criminali e scoraggiare una concentrazione di lavori a carico delle stesse imprese ma che può trasformarsi - in base ad alcune valutazioni - in un gioco al ribasso. A farne le spese sarebbe la qualità dei lavori.

INGEGNERI. La posizione più critica è quella dell'Ordine provinciale degli ingegneri, rappresentato dal presidente, Paolo De Santis: «Il primo punto su cui fare chiarezza» dice «è l'applicazione dell'ordinanza. Bisogna capire, in sostanza, se i 5 preventivi minimi richiesti riguardano gli appalti ancora da assegnare o anche i progetti già presentati al Comune, ma non ancora approvati. Credo, da una prima lettura cruda del testo, che il Governo non sia a conoscenza di quello che è accaduto all'Aquila e della portata degli interventi. In ballo ci sono migliaia di assegnazioni di lavori già avvenute, che non possono essere rimesse in discussione. Non vorremmo che questa ordinanza si trasformasse in un ulteriore intralcio alla ricostruzione». Gli Ingegneri sollecitano il ministro Fabrizio Barca a convocare subito un tavolo tecnico di confronto. «Le nuove norme» dicono «potranno essere valide solo per i lavori ancora da assegnare. In caso contrario nasceranno contenziosi tra imprese e committenti, che bloccheranno completamente la ricostruzione».

ARCHITETTI. Gianlorenzo Conti, presidente dell'Ordine degli architetti si dichiara favorevole all'iscrizione delle aziende in un elenco speciale «un metodo» afferma «che è garanzia di sicurezza e di qualità delle prestazioni». Il problema resta quello dei ribassi: «Se le aziende praticheranno il ribasso massimo, pur di accaparrarsi i lavori, verranno fuori grandi anomalie. Il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa può essere applicato individuando caratteristiche e capacità economica delle imprese. Se si rispettano questi parametri, non ci saranno difficoltà». Anche per Conti «vanno tutelate le aziende che hanno già avuto in affidamento i cantieri e che hanno speso soldi per la messa in sicurezza e la redazione dei progetti definitivi».

COSTRUTTORI. Dall'Associazione costruttori arriva un no deciso ai ribassi. «Stiamo lavorando da tempo a questi temi» sottolinea il presidente dell'Ance, Gianni Frattale «è importante non andare allo scontro sul capitolo delle offerte comparative, che non devono tradursi in una corsa al ribasso: ne verrebbe compromessa la qualità dell'opera e nascerebbero enormi contenziosi. Una sorta di ribasso le imprese già lo effettuano in virtù del cosiddetto prezzo di convenienza. Le aziende devono dimostrare capacità tecnica e solidità economica, ma tutto ciò non può rimettere in gioco il sistema degli appalti già assegnati».

I CONSORZI. Forte preoccupazione è stata espressa da alcuni rappresentanti dei Consorzi, soprattutto in relazione all'offerta comparativa e al «pericolo dei ribassi. Le consultazioni» dice un presidente di consorzio «sono partite con l'uscita della prima bozza dell'ordinanza 4013. Se è apprezzabile il discorso sulla semplificazione, non lo è la comparazione tra 5 preventivi di imprese diverse, se questo deve significare un ribasso dei prezzi con conseguenze negative sulla qualità degli interventi. Chiediamo che siano considerati validi i verbali delle assemblee dei consorzi e dei condomini, che hanno già scelto le ditte. Per i progetti definitivi e la messa in sicurezza degli edifici le imprese hanno già affrontato spese che vanno comunque pagate». E a proposito di consorzi e condomìni l'ordinanza prevede anche un taglio alle spettanze dei presidenti e degli amministratori. Pure su questo si è aperto un dibattito fra i favorevoli e i contrari. C'è chi sostiene che le responsabilità dei presidenti dei consorzi sono tante e importanti (anche per esempio sotto il profilo penale) e che i lavori potrebbero andare avanti per anni e quindi alla fine i compensi fissati finiranno per essere meno di un rimborso spese.
Monica Pelliccione

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