Il 46enne sacerdote originario di Bergamo è arrivato in Abruzzo dopo il terremoto
Ha 46 anni, è originario di Bergamo, e in Abruzzo è arrivato nel 2009, dopo il terremoto. Don Vito Isacchi (foto) è il sacerdote finito nel ciclone per la relazione con una romana che oggi ha 50 anni,...
Ha 46 anni, è originario di Bergamo, e in Abruzzo è arrivato nel 2009, dopo il terremoto. Don Vito Isacchi (foto) è il sacerdote finito nel ciclone per la relazione con una romana che oggi ha 50 anni, costata alla donna una condanna in sede civile a risarcire l’ex marito per quindicimila euro. Arrivato assieme all’allora vescovo ausiliare, monsignor D’Ercole, oggi vescovo di Ascoli, nell’Aquilano ricopre l’incarico di amministratore parrocchiale delle chiese di Santa Maria Assunta, ad Assergi, e di San Felice, a Poggio Picenze. Cameriere vescovile presso l’arcidiocesi metropolitana dell’Aquila, è anche rettore del santuario di San Pietro della Jenca, la piccola chiesetta sulle propaggini del Gran Sasso, in agro di Camarda, tanto cara a papa Wojtyla. Il pontefice polacco, durante le sue numerose “sortite” sui monti dell’Abruzzo aquilano, amava ritirarsi in preghiera in quel santuario dove è stata innalzata una stele che lo ricorda, a opera dell’Associazione San Pietro della Jenca presieduta da Pasquale Corriere. Don Vito Isacchi ricopre anche l’incarico di consigliere spirituale del Serra club. All’epoca della relazione, costata alla donna la condanna a risarcire l’ex marito, e una separazione con addebito, era viceparroco della chiesa di San Giustino di Roma, nel quartiere Alessandrino. La stessa chiesa dove nel 1995 la donna si era sposata con l’uomo che le avrebbe dato due figli. Nella sentenza emessa nel 2016 a carico della donna, l’unica tenuta a osservare il patto di fedeltà nei confronti del marito, i giudici scrivono che «l’adulterio si è svolto in forma pubblica», al punto, come ha riferito una testimone, «che ancora oggi della relazione parla tutto il quartiere».(a.b.)