L'AQUILA
«Il cantiere ce lo gestiamo mangiando mangiando»
Inchiesta su terremoto e appalti, così il geometra Santoro mentre parla delle varianti per ottenere più soldi. L’accusa: lo stesso gruppo era pronto a sbarcare nel cratere teramano e reatino
L’AQUILA. «Mangiando mangiando». Così, per il geometra lucano Leonardo Santoro, sarebbe stata gestita la faccenda della variante per i lavori al Teatro comunale dell’Aquila. Lavori che, in una prima fase, ebbero una serie di traversie, con il progetto che fu consegnato con ritardo. Traversie proseguite, poi, con i primi incarichi tecnici ai progettisti del recupero assegnati, otto anni fa, dall’allora vicecommissario per i Beni culturali Luciano Marchetti. Quindi, il successivo bando fu vinto da un’azienda che poi, per problemi finanziari, ha dovuto rinunciare. Da qui il subentro della Conscoop (impresa affidataria) e dunque alla società cooperativa “L’Internazionale” (impresa esecutrice). Lavori da 7,135 milioni (base d’asta), poi di fatto raddoppiati di variante in variante. Come si vantano, nelle innumerevoli telefonate intercettate, gli stessi tecnici delle aziende interessate.
MANGIANDO MANGIANDO. Emblematico il fatto che, come annota il gip nell’ordinanza di custodia, «nel corso di una variante in corso d’opera e a lavori già ampiamente iniziati (con le gettate di cemento già esistenti) ci si è accorti che mancava agli atti una perizia geologica inerente al suolo sul quale è poggiato il Teatro comunale e le cosiddette prove sismiche. Ciò che allarma è che a seguito di una perizia geologica successiva ai lavori (che doveva essere già in atti) la società “L’Internazionale” si è adoperata per la modifica e la sostituzione agli atti del Segretariato del progetto necessario per la perizia di variante e per la quale erano iniziati i lavori (e da quanto detto dagli stessi indagati non era più possibile eseguire le necessarie opere per la messa in sicurezza del teatro) che comunque apparirà non soltanto come datata in epoca antecedente alla perizia di variante, ma sarà la base per la modifica del progetto poi sostituito».
TERAMO E AMATRICE. Un capitolo dell’indagine riguarda in maniera specifica gli accordi tra i principali indagati per acquisire ulteriori lavori nella ricostruzione post-terremoto del 2016 e 2017 nei centri del Teramano e del Reatino colpiti dalle scosse. È quanto emerge di nuovo dalle intercettazioni. Soprattutto dopo che la struttura del Mibact è stata inviata nel nuovo cratere sismico. E lo stesso Lionello Piccinini è diventato componente dell’unità di crisi per la valutazione dei danni ai beni architettonici. Della nuova «allettante opportunità», che per Piccinini diventa «una buona notizia», il geometra Santoro parla con l’ingegnere Fuzio. «...Senti, la vogliamo costruire ’sta macchina, io vorrei fare una cosa...vorrei anche coinvolgere il Rup Piccinini e Alessandra (Del Cane, ndr), per vedere se magari facciamo un gruppo, possiamo cogliere un’opportunità per tutto il resto...Amatrice...tutte ’ste cose qua...che dici?». (e.n.)
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