Il cinghiale dalmata fa la sua ricomparsa nei campi

Fotografato dagli agenti della Forestale. Può avere le ore contate: domenica apre la caccia

MAGLIANO. Ha fatto una nuova comparsata tra le campagne ai piedi del Velino il cinghiale dalmata scoperto a settembre dalla Forestale. È stato immortalato per la seconda volta a distanza di una settimana con una fotografia scattata dagli uomini del comando stazione di Magliano bis. Ma ora potrebbe avere le ore contate.

Domenica riapre la caccia al cinghiale e il singolare esemplare a pois, bianco con macchie nere, sta già attirando la curiosità dei cacciatori. La Forestale ha però già chiesto al popolo della caccia di consegnare la preda per un'analisi in caso fosse ucciso dai colpi di fucile, prima che si trasformi in carne da macello.

Per due giorni ancora il cinghiale bianco a pois sarà intoccabile, ma purtroppo per lui, da domenica, potrà diventare il bersaglio preferito.

Un esemplare di quel tipo, infatti, non era mai stato filmato o fotografato dalla Forestale, che ritiene l'avvistamento una rarità. Si tratterebbe, secondo gli esperti, di un ibrido, cioè di un esemplare nato dall'unione di un maiale con un cinghiale. Questo tipo di incrocio è abbastanza diffuso, ma l'esemplare che ne viene fuori solitamente somiglia a un cinghiale vero e proprio e, soprattutto, non è bianco, tantomeno ha delle chiazze nere. L'ibrido, inoltre, è più piccolo del cinghiale, ha la coscia più magra e la schiena in discesa dalle spalle alla coda. Il fenomeno è stato paragonato a quello che avviene tra due cani di diversa razza. I maiali selvatici tendono a ibridarsi senza problemi con i cinghiali, sia nelle zone in cui questi ultimi sono naturalmente presenti, sia nelle zone in cui essi sono stati introdotti dall'uomo, siano essi maschi o femmine. I cinghiali ibridi, però, oltre a produrre scherzi della natura come l'esemplare dalmata, arrecano anche danni alla specie. Sono, infatti, la causa del proliferare incontrollato di cinghiali sul territorio marsicano e abruzzese che rende necessario ogni anno l'abbattimento controllato. Infatti gli ibridi sembra che siano divenuti «poliestri», cioè partoriscono due volte all'anno con una media di dieci cuccioli, invece di una sola volta con tre cuccioli. A peggiorare la situazione c'è anche la carenza dei superpredatori come i lupi che in passato riuscivano a garantire un controllo della proliferazione dei cinghiali. (p.g.)

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