Il Comune conferma il no alle due centrali sul fiume Sangro
CASTEL DI SANGRO. L’opposizione al progetto di realizzazione di due centrali idroelettriche lungo il corso del fiume Sangro assume contorni sempre più chiari e nitidi. L’aver visionato il programma...
CASTEL DI SANGRO. L’opposizione al progetto di realizzazione di due centrali idroelettriche lungo il corso del fiume Sangro assume contorni sempre più chiari e nitidi.
L’aver visionato il programma di intervento, attualmente al vaglio del Genio civile, ha convinto ulteriormente l’amministrazione comunale di Castel di Sangro della necessità di avviare tutte le azioni possibili per contrastare l’iniziativa. «Nei giorni scorsi», ha spiegato il sindaco di Castel di Sangro, Umberto Murolo, «mi sono recato appositamente all’Aquila per prendere visione del progetto presentato da una società di Lanciano e mi sono convinto che, qualora venissero realizzate le due centrali, verrebbe messa a serio rischio la vita del fiume Sangro».
«Tale progetto, infatti», ha continuato il primo cittadino, «contrasta con le iniziative già previste per la rinaturalizzazione del corso del fiume e ci sono seri rischi anche per il mantenimento della portata minima d’ acqua che non verrebbe garantita soprattutto durante il periodo estivo».
E proprio queste motivazioni verranno espresse nelle osservazioni al progetto che sarà analizzato in tutti i suoi dettagli in occasione della conferenza dei servizi prevista per gli inizi del mese di maggio.
Osservazioni condivise anche dal sindaco di Scontrone, altro Comune interessato dal programma di intervento, e dalle associazioni ambientaliste. Il progetto infatti, nelle scorse settimane è stato duramente contestato sia dall’associazione “Il Nibbio” che dallo stesso Wwf.
«Continueremo a preparare le nostre osservazioni», ha concluso il sindaco Murolo, «in modo da mettere in evidenza tutti gli aspetti negativi del progetto e ottenerne la bocciatura anche in considerazione del fatto che il nostro fiume deve ottenere una valorizzazione in chiave turistica che sarebbe invece inficiata da un’iniziativa come questa».
Claudia Sette
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