«Il disastro era evitabile bastava fare i controlli»
Inchiesta Progetto Case, la perizia accusa il Comune di scarsa manutenzione «I tecnici non avrebbero potuto esimersi da attività per conservare il bene»
L’AQUILA. Dalle carte dell’inchiesta sulle modalità di realizzazione di alcuni edifici del Progetto Case, scattata dopo il crollo di un balcone, sembrano emergere responsabilità sempre maggiori da parte del Comune in tema di manutenzione con omissioni non secondarie. Lo si legge in un passo di una perizia su cui poggia l’indagine. «Per quanto riguarda la manutenzione svolta dalla Manutencoop», si legge nell’atto, «il contratto con la Protezione civile si sarebbe estinto il 4 ottobre 2013. Da quella data l’amministrazione comunale avrebbe dovuto provvedere alla completa manutenzione degli edifici. Invece, per quanto appreso, risulterebbe che essa avrebbe prorogato il contratto alla Manutencoop, probabilmente ignorando che il contratto aveva per oggetto la sola cura degli impianti e dei giardini e non quella delle strutture che, di fatto, è rimasta a carico dell’amministrazione». Una delle principali cause del crollo del balcone e dell’ammaloramento di molti edifici sono state le infiltrazioni di acqua. E, qui, pare che ci siano state negligenze. «Le infiltrazioni», si legge nell’atto collegiale, «sono state estremamente ricorrenti e in ben 20 casi sono riconducibili a penetrazioni d’acqua provenienti dai balconi. La presenza di macchie di umidità sui rivestimenti dei balconi, riscontrabile da un semplice esame visivo, avrebbe dovuto allertare i tecnici preposti alla manutenzione su mandato del Comune. Le macchie e la loro diffusione avrebbero dovuto indurre a fare delle verifiche sulle infiltrazioni di acqua nei balconi per adottare gli opportuni provvedimenti». «Visto che i manuali d’uso», insistono i periti, «prevedono precise tempistiche per la verifica delle condizioni delle strutture, ne consegue che i tecnici della manutenzione non avrebbero potuto esimersi da porre in essere le attività necessarie alla manutenzione e conservazione del bene». L’indagine di Forestale e Procura, dopo gli avvisi di chiusura a 37 persone, è ferma in attesa che gli avvocati degli indagati facciano le loro controdeduzioni.
I reati contestati sono pesanti: truffa da 18 milioni, crollo colposo, falso: dopo il crollo sono stati sequestrati circa 800 balconi in legno in 494 appartamenti.
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