L'AQUILA
Il "giallo" della porta del Bataclan: no terrorismo, si indaga sul traffico di opere d'arte / VIDEO
La Procura distrettuale esclude il movente politico e segue la pista economica. Indagato un cittadino francese, accertamenti sui cinesi che occupavano il casolare tra Sant'Omero e Tortoreto
L'AQUILA. Nessun movente politico, ma economico. Così il procuratore distrettuale Michele Renzo esclude la pista terroristica dietro il ritrovamento in un casolare nelle campagne tra Sant’Omero e Tortoreto della porta del Bataclan _ il teatro parigino dove il 13 novembre del 2015 venne fatta scoppiare una bomba da terroristi islamici _ sulla quale è riportato un murales dell'artista Bansky (artista e writer inglese dall'identità sconosciuta).
Nella conferenza stampa del giorno dopo l'irruzione dei carabinieri vengono svelati alcuni particolari dell'operazione.
Il casolare era occupato da cittadini cinesi sui quali sono in corso accertamenti, ma che sembrano essere ignari di tutto. Avrebbero raccontato che qualcuno di loro conoscenza avrebbe chiesto di poter lasciare "quella porta". Almeno per qualche tempo. C'è un cittadino di origine francese indagato per ricettazione e su cui stavano addosso gli investigatori d'oltralpe. Ma per ora non ci sono arresti. Alla conferenza stampa ha partecipato, oltre ai rappresentanti dell'Arma, il maggiore francesce Christophe Cengig.
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Secondo gli inquirenti il furto è legato al traffico delle opera d’arte. Del murales di Banksy raffigurante una ragazza addolorata e realizzato sulla porta di sicurezza del Bataclan in memoria delle 90 vittime dell’attentato terroristico si erano perse le tracce il 26 gennaio del 2019, quando nottetempo i ladri l’avevano scardinata e fatta sparire.
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