Il giudice: un terzo delle vittime nei palazzi in cemento armato

Il dato spunta dalle cento pagine di motivazioni riguardanti il crollo della Casa dello Studente Le indagini hanno dimostrato che ci sono stati errori umani nei progetti e uso di materiali scadenti

L’AQUILA. Le motivazioni della sentenza di condanna dei quattro imputati per il crollo della Casa dello Studente, causato da errori umani, trattano anche tematiche che lasciano capire come la fiducia degli aquilani sia stata tradita da chi negli anni Sessanta realizzò in centro storico palazzi «di carta» con appartamenti costati, però, un occhio della testa.

«Un altro dato particolarmente significativo», si legge nelle motivazioni del giudice Giuseppe Grieco, «è costituito dal numero di edifici in cemento armato totalmente e parzialmente crollati in occasione della scossa del 6 aprile 2009; si tratta di 15 edifici, pari e meno dell’1 per cento del relativo patrimonio edilizio della città, e in essi hanno perso la vita 135 delle 305 (così scrive il giudice, ndr) vittime complessive del sisma». «Altro dato interessante», si legge nelle motivazioni, «anch’esso segnalato dal professor Decanini (perito del pm, ndr), è costituito dalla categoria in cui il sisma è stato classificato, nella quale si registrano, mediamente, ogni anno 120 eventi nel mondo, ciò a riprova del carattere non eccezionale del sisma».

Fin qui le motivazioni. Nello specifico, dalle carte della Procura, si conferma, sulla scorta delle valutazioni di Grieco, che errori umani e negligenze sono alla base dei crolli di diversi fabbricati in cemento armato. Qualche esempio: l’edificio in via Campo di Fossa, dove sono morte 23 persone, è crollato per errori di progetto e di calcolo; il palazzo in via Sturzo 39, nel quale sono decedute 21 persone, è crollato per la qualità scadente del cemento e gravi errori progettuali. Stesso discorso anche per l’edificio realizzato nel 1961 in via D’Annunzio con 13 vittime. Nel crollo del palazzo di via Rossi, dove ci sono state 17 vittime, i magistrati hanno evidenziato errori nei restauri visto che ci sono state delle condanne. Gravissimi errori progettuali sono contestati anche nella tragedia di via XX Settembre 79, con nove vittime, edificio situato davanti alla Casa dello studente e realizzato nel 1963. Ora c’è un processo in corso per sapere se ci sono anche altre responsabilità. Per non parlare, poi, dei crolli, per fortuna senza vittime, che ci sono stati nella nuova sede della facoltà di Ingegneria e in ospedale.

Tornando alla Casa dello studente si registra un intervento firmato da due avvocati di parte civile: Bernardino Marinucci e Simona Fiorenza. «Questa sentenza», si legge in una nota, «illumina sulle cause del crollo, così come sostenute dal perito Maria Gabriella Mulas confermando le responsabilità umane nella morte di otto ragazzi. Il giudice ha motivato con molta chiarezza le cause del crollo, le responsabilità degli imputati e i macroscopici errori fatti nella redazione del progetto originario».

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