Il governo: sì a 2 miliardi per L'Aquila
Monti e Barca: già disponibili 600 milioni Inail per la ricostruzione
L'AQUILA. «Tutto quello che è stato detto nella due-giorni dell'Aquila andrà valutato poi sul piano della sua traduzione in fatti. Ma va sottolineato positivamente che il governo è venuto all'Aquila con una compagine importante e articolata, a testimonianza della centralità del problema della ricostruzione».
Gianfranco Giuliante, aquilano, attuale assessore regionale alla Protezione civile ed ex capogruppo del Pdl, dà voce a un apprezzamento bipartisan per i due giorni di dibattiti e incontri dedicati al progetto «Abruzzo verso il 2030: sulle ali dell'Aquila» realizzato dal connubio di Ocse e università di Gröningen ai quali hanno parrtecipato il premier Mario Monti con i ministri all'Istruzione, Francesco Profumo, all'Interno, Anna Maria Cancellieri, ma soprattutto Fabrizio Barca, il ministro alla Coesione territoriale al quale, in gennaio, il presidente del consiglio ha affidato il compito di coordinare e accelerare gli interventi per la rinascita del capoluogo abruzzese.
Una due-giorni che si è conclusa, sabato sera, con una cena in un ristorante di Camarda alla quale hanno partecipato Monti, Barca, la Cancellieri, Profumo, il governatore Gianni Chiodi, il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, e l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'abruzzese, Gianni Letta. Una cena durante la quale si sono poste le basi un graduale utilizzo dei 2 miliardi di euro dell'Inail, annunciati, ma ancora non disponibili, dei quali, 600 milioni sono stati inseriti dal ministro Barca nella proposta di futura governance della ricostruzione.
Su questo tema, in settimana, dovrebbe svolgersi un incontro tra Barca, il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello, e Chiodi. Il governatore, da parte sua, ha reso merito all'impegno del governo Monti per L'Aquila: «Il lavoro che sta svolgendo il governo Monti, con in prima linea il ministro Fabrizio Barca, evidenzia in modo chiaro la necessità che in questa fase della ricostruzione si tirino le conclusioni di un proficuo e celere dibattito su cosa e come si vuole ricostruire e quali possano essere gli strumenti per il rilancio economico e sociale».
Da un fronte politico opposto a quello di Giuliante, anche Giovanni Lolli sottolinea l'importanza della due-giorni aquilana. «Il governo», dice il deputato aquilano del Pd, «non è venuto a fare uno show ma a prendere impegni concreti a chiedere a noi aquilani e abruzzesi di assumerci le nostre responsabilità. Il presidente Monti e gli altri ministri, con la loro presenza, ci hanno quasi costretti a riflettere sul fatto che è necessario avere una visione, una strategia più ampia, per risolvere i problemi in cui siamo immersi da tre anni. Barca, in particolare, è stato bravissimo a coniugare le due dimensioni in cui si deve muovere la ricostruzione: snellimento delle procedure, con lo smantellamento di fatto della struttura commissariale; e strategia a lungo termine. Il Gran Sasso Institute è un esempio: finanziato con soldi dei Fas e dei fondi per la ricostruzione, questo istituto scientifico è la prova che è stato violato un tabù caro a Bertolaso, quello secondo il quale i soldi destinati alla ricostruzione non possono essere utilizzati per lo sviluppo economico della città».
Fabrizio Di Stefano è cauto ma anche lui apprezza la visita della delegazione governativa all'Aquila. «In positivo», dice il senatore e vice coordinatore regionale del Pdl, «c'è almeno la presenza fisica di Monti che testimonia la volontà del governo di non trascurare il fatto che l'emergenza aquilana è ancora ben presente. I convegni sono sempre molto importanti ma poi viene la parte più difficile: attuare le cose che si sono dette. Il giudizio, comunque, è positivo complessivamente».
Pierluigi Mantini è un altro parlamentare aquilano che valuta positivamente la luce che il governo ha acceso sulla lunga emergenza post-terremoto nella sua città. «Quella di sabato è stata una giornata di massima attenzione delle istituzioni verso l'Aquila», dice il deputato dell'Udc, «con la visita di Monti e il messaggio del presidente della Repubblica. Sono tre le direttrici lungo le quali il governo ha deciso di muoversi. La prima è l'orizzonte strategico degli interventi, tra cui la creazione del Gran Sasso Institute e il progetto di smart-city. La seconda è la riorganizzazione della governance che, a mio avviso, dovrebbe avvenire con un ritorno a poteri ordinari e un forte potenziamento del Provveditorato alle opere pubbliche che dovrebbe diventare il primo in Italia. La terza diretrice riguarda gli strumenti da utilizzare. E mi riferisco a una forte semplificazione delle leggi in materia amministrativa. Deve essere possibile fare restauri e messe in sicurezza di edifici sulla base delle responsabilità dei professionisti coinvolti, uscendo così finalmente da un sistema di controlli farraginoso e lento».
«L'Aquila», conclude Mantini, «è chiaramente un terreno privilegiato delle politiche economiche anti-ciclo del governo. Un punto di forza di quelle politiche anche a livello nazionale, oltre che regionale. Senza dimenticare, però, che all'Aquila, anche se male e poco, comunque si lavora, al contrario di ciò che acacde oggi in altre parti d'Italia».
Gianfranco Giuliante, aquilano, attuale assessore regionale alla Protezione civile ed ex capogruppo del Pdl, dà voce a un apprezzamento bipartisan per i due giorni di dibattiti e incontri dedicati al progetto «Abruzzo verso il 2030: sulle ali dell'Aquila» realizzato dal connubio di Ocse e università di Gröningen ai quali hanno parrtecipato il premier Mario Monti con i ministri all'Istruzione, Francesco Profumo, all'Interno, Anna Maria Cancellieri, ma soprattutto Fabrizio Barca, il ministro alla Coesione territoriale al quale, in gennaio, il presidente del consiglio ha affidato il compito di coordinare e accelerare gli interventi per la rinascita del capoluogo abruzzese.
Una due-giorni che si è conclusa, sabato sera, con una cena in un ristorante di Camarda alla quale hanno partecipato Monti, Barca, la Cancellieri, Profumo, il governatore Gianni Chiodi, il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, e l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'abruzzese, Gianni Letta. Una cena durante la quale si sono poste le basi un graduale utilizzo dei 2 miliardi di euro dell'Inail, annunciati, ma ancora non disponibili, dei quali, 600 milioni sono stati inseriti dal ministro Barca nella proposta di futura governance della ricostruzione.
Su questo tema, in settimana, dovrebbe svolgersi un incontro tra Barca, il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello, e Chiodi. Il governatore, da parte sua, ha reso merito all'impegno del governo Monti per L'Aquila: «Il lavoro che sta svolgendo il governo Monti, con in prima linea il ministro Fabrizio Barca, evidenzia in modo chiaro la necessità che in questa fase della ricostruzione si tirino le conclusioni di un proficuo e celere dibattito su cosa e come si vuole ricostruire e quali possano essere gli strumenti per il rilancio economico e sociale».
Da un fronte politico opposto a quello di Giuliante, anche Giovanni Lolli sottolinea l'importanza della due-giorni aquilana. «Il governo», dice il deputato aquilano del Pd, «non è venuto a fare uno show ma a prendere impegni concreti a chiedere a noi aquilani e abruzzesi di assumerci le nostre responsabilità. Il presidente Monti e gli altri ministri, con la loro presenza, ci hanno quasi costretti a riflettere sul fatto che è necessario avere una visione, una strategia più ampia, per risolvere i problemi in cui siamo immersi da tre anni. Barca, in particolare, è stato bravissimo a coniugare le due dimensioni in cui si deve muovere la ricostruzione: snellimento delle procedure, con lo smantellamento di fatto della struttura commissariale; e strategia a lungo termine. Il Gran Sasso Institute è un esempio: finanziato con soldi dei Fas e dei fondi per la ricostruzione, questo istituto scientifico è la prova che è stato violato un tabù caro a Bertolaso, quello secondo il quale i soldi destinati alla ricostruzione non possono essere utilizzati per lo sviluppo economico della città».
Fabrizio Di Stefano è cauto ma anche lui apprezza la visita della delegazione governativa all'Aquila. «In positivo», dice il senatore e vice coordinatore regionale del Pdl, «c'è almeno la presenza fisica di Monti che testimonia la volontà del governo di non trascurare il fatto che l'emergenza aquilana è ancora ben presente. I convegni sono sempre molto importanti ma poi viene la parte più difficile: attuare le cose che si sono dette. Il giudizio, comunque, è positivo complessivamente».
Pierluigi Mantini è un altro parlamentare aquilano che valuta positivamente la luce che il governo ha acceso sulla lunga emergenza post-terremoto nella sua città. «Quella di sabato è stata una giornata di massima attenzione delle istituzioni verso l'Aquila», dice il deputato dell'Udc, «con la visita di Monti e il messaggio del presidente della Repubblica. Sono tre le direttrici lungo le quali il governo ha deciso di muoversi. La prima è l'orizzonte strategico degli interventi, tra cui la creazione del Gran Sasso Institute e il progetto di smart-city. La seconda è la riorganizzazione della governance che, a mio avviso, dovrebbe avvenire con un ritorno a poteri ordinari e un forte potenziamento del Provveditorato alle opere pubbliche che dovrebbe diventare il primo in Italia. La terza diretrice riguarda gli strumenti da utilizzare. E mi riferisco a una forte semplificazione delle leggi in materia amministrativa. Deve essere possibile fare restauri e messe in sicurezza di edifici sulla base delle responsabilità dei professionisti coinvolti, uscendo così finalmente da un sistema di controlli farraginoso e lento».
«L'Aquila», conclude Mantini, «è chiaramente un terreno privilegiato delle politiche economiche anti-ciclo del governo. Un punto di forza di quelle politiche anche a livello nazionale, oltre che regionale. Senza dimenticare, però, che all'Aquila, anche se male e poco, comunque si lavora, al contrario di ciò che acacde oggi in altre parti d'Italia».
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