L'AQUILA
Il grido di pace della Perdonanza
Il Fuoco di Celestino accolto a Collemaggio dalle parole di Papa Francesco. Botta e risposta tra Sgarbi e il sindaco sulla posizione del palco a ridosso della basilica
L’AQUILA. «Fratelli e sorelle, che L’Aquila sia capitale del perdono, capitale di pace e riconciliazione». Le parole di Papa Francesco, che dal maxischermo hanno accompagnato le immagini della scorsa edizione della Perdonanza celestiniana, hanno introdotto sbandieratori e gruppi storici sul piazzale di Collemaggio illuminato solo dal palco e dalle candele dei figuranti.
Sul palco, coro e orchestra hanno fermato la musica per qualche istante, il tempo di accogliere sul palco la Dama della Bolla, l’attrice Viola Graziosi. Le sue parole sono state di guerra, distruzione, deprivazione. Hanno evocato immagini giustapposte a quelle del pontefice. Le stesse immagini che hanno fatto breccia sul maxischermo. Quindi il Dies Irae, per orchestra e coro. L’edizione 729 della Perdonanza è iniziata così, ieri, con un ponte tra la guerra e la pace, la luce e il buio, la vita e la morte. Un ossimoro che lascia spazio alla speranza, al mattino, al sole. Entrambi evocati nelle canzoni di Al Bano, arrivato all’Aquila carico di energia, eppure visibilmente scosso per la morte del suo amico Toto Cutugno, omaggiato poi anche al Teatro del Perdono.
Mahmood, Mr. Rain, Coma_Cose, Alfa, Paola Turci, hanno continuato ad illuminare la serata accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. Violante Placido ha interpretato i testi durante la serata.
L’ACCENSIONE
Il sindaco Pierluigi Biondi ha acceso il braciere della pace davanti alla basilica di Santa Maria di Collemaggio intorno alle 21,30, utilizzando una stessa fiamma partita dal Morrone. Gli ultimi tedofori sono stati Tullio De Rubeis e Italo Ettorre.
«Oggi il fuoco della Perdonanza viene acceso non solo al centro della nostra città, ma anche nel cuore del mondo», ha detto l'arcivescovo Petrocchi
«Chiediamo con tenacia la grazia che vengano gettate e consumate nel fuoco del Perdono le “scorie nocive” delle inimicizie e siano sanati gli atteggiamenti ostili, a livello relazionale e universale. Invochiamo l’Onnipotente affinché vengano dissolte le cause delle guerre: sia quelle che incendiano molti luoghi nel pianeta (in particolare, pensiamo alla vicina Ucraina), come le conflittualità microscopiche, ma distruttive, che si attivano nelle famiglie e nei rapporti interpersonali».
BOTTA E RISPOSTA SGARBI-BIONDI SUL PALCO. Ai margini della Perdonanza c'è stato il botta e risposta tra il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e il sindaco. Oggetto della polemica la posizione del palco di Collemaggio, sistemato a ridosso della basilica, perché il prato è stato sistemato di recente. Sgarbi si è scagliato contro Comune dell’Aquila e comitato organizzatore della Perdonanza: «Credo che in nessun modo una festa popolare possa pregiudicare alle migliaia di visitatori la spettacolare visione della facciata di una delle chiese più belle d’Italia». E ancora, auspicando che non si ripeta mai più il fatto: «La Soprintendenza non può lasciare all’arbitrio degli organizzatori la tutela della basilica. La tutela del patrimonio culturale va garantita con maggiore rigore». La replica di Biondi: «La presa di posizione di Sgarbi amareggia perché indotta dalle provocazioni di qualche parlamentare di centrosinistra a digiuno di argomenti e consenso. Spiace constatare come il sottosegretario parli, appunto, per sentito dire, dal momento che la facciata della nostra Basilica è perfettamente visibile, a differenza del passato, prima che si insediasse la nostra amministrazione». (f.i.)
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