Il miracolo sociale di due santi nel 1400

Si tratta di Bernardino da Siena e Giovanni da Capestrano che diedero grande impulso all’intero territorio abruzzese

Il Sesto Centenario dell’introduzione in Abruzzo dell’Osservanza Minoritica francescana coincide quest’anno non certo casualmente con la fondazione del Convento di San Giuliano presso L’Aquila, dal momento che fu quello il primo insediamento abruzzese di una già matura riforma che, nel richiamare spiritualmente i Figli di Francesco ai primigeni motivi fondanti, dettava contestualmente incisive novità per la convivenza sociale con significative valenze economiche e sociali. Partiva un secolo che doveva vedere infatti l’Ordine Minoritico impegnato anche in opere di grande impatto sulle comunità del tempo, con la fondazione di ospedali e “monti di pietà”, con operazioni di pacificazione tra entità territoriali dilaniate da lotte intestine e con l’azione congiunta di alcuni “giganti” della fede, che trovarono proprio in Abruzzo nel 1415, sull’ameno colle di San Giuliano, il crogiuolo di un impegno che diffonderà i suoi benefici effetti in tutta Europa.

Un manipolo di religiosi guidati da Girolamo da Stroncone misero allora mano all’edificazione del “conventino” che, per singolare quanto significativa circostanza, è stato interessato da un rapido quanto fortunato intervento di restauro e recupero, tra i primi del “dopo-terremoto” aquilano. E poco dopo una luminosa figura che rimarrà durevolmente incardinata nella storia europea, Giovanni da Capestrano, fresco reduce dal carcere di Brufa e dalla scelta francescana, farà di San Giuliano la “capitale” del dirompente fenomeno.

L’Aquila era già stata già al centro dei primi sviluppi del movimento osservante, nel 1376, quando nel grandioso convento dei frati Minori (l’odierno San Bernardino) fu celebrato il Capitolo generale dell’Ordine. Ma l’impulso principale ai futuri rivoluzionari sviluppi si dovettero al sodalizio che, con il citato Girolamo e con Giacomo della Marca, doveva sorgere e cementarsi in Abruzzo tra il grande Bernardino da Siena, sommo predicatore e principale protagonista del rinnovamento, e il Capestranese, che ne era divenuto figlio spirituale e collaboratore prezioso.

Secondo gli esegeti di questa grande epopea, quando nel 1444 Bernardino da Siena, gravemente malato, vorrà nuovamente e a tutti i costi portarsi all’Aquila dove entrò su una barella recata a spalle dai suoi frati, lo farà mosso dal desiderio di incontrarvi per l’ultima volta Giovanni da Capestrano, che invece era stato portato altrove dai suoi compiti di Vicario dell’Ordine. Qui il santo senese morirà il 20 maggio, collocando in tal modo il suo dies natalis a sole ventiquattr’ore di distanza da quello di Pietro Celestino, a sua volta legato al lungo filo di questa storia come “protettore” degli spirituali francescani nel breve respiro del suo tormentato pontificato.

Senza poter ritornare su vicende biografiche del resto abbastanza note, è il caso di fare almeno cenno alle molteplici ricadute sociali che l’azione di questi grandi personaggi ottennero anche per l’intero territorio abruzzese: dall’edificazione dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila alla “pacificazione” che il Capestranese ottenne tra le popolazioni delle città di Lanciano e Ortona; all’impressionante fioritura di nuovi insediamenti, da Chieti a Penne, da Teramo a Caramanico, da Tocco Casauria a Orsogna, da Capestrano a Campli, da Atri a Città Sant’Angelo, da Ocre a Francavilla, da Tagliacozzo a Sulmona, a Celano, dalle citate Ortona e Lanciano.

A partire da questo mese di aprile e fino a tutto settembre, si terranno in diverse delle ricordate località abruzzesi importanti conferenze alcune delle quali affidate a insigni studiosi che la Provincia francescana dei Minori ha coinvolto in un Comitato scientifico fin dallo scorso anno; e che sono contemporaneamente impegnati all’approntamento di un Convegno di studi programmato per il prossimo ottobre che si terrà, doverosamente, nei già recuperati spazi dello storico Convento di San Giuliano. Il titolo di questo appuntamento è di per sé emblematico: “L’Osservanza Minoritica dall’Abruzzo all’Europa”.

Quanti sono oggi coinvolti in questo rilevante progetto culturale, intendono farne dedica esplicita a quella novecentesca fioritura di nuove benemerite figure francescane della nostra regione: dal grande Aniceto Chiappini, “padre spirituale” dell’intera schiera, a padre Giacinto Marinangeli, storico dell’Osservanza, che nel Natale del 2008 ci aveva confidato il desiderio di veder ricordata adeguatamente la ricorrenza sei volte centenaria di questa storia.

Quattro mesi più tardi, poche settimane dopo il terremoto del 6 aprile 2009, padre Marinangeli chiudeva la sua operosa vita serena: confratelli, figli spirituali ed estimatori gli tributarono l’ultimo saluto proprio davanti al semidistrutto convento di San Giuliano, il “suo” amato convento.

*presidente deputazione

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