Il nome di Clementi nell’aula magna di Scienze umane
Cerimonia di intitolazione e convegno sulla figura dello storico Dall’impegno universitario alla passione per la montagna
L’AQUILA. L’aula magna dell’Università è stata intitolata allo storico Alessandro Clementi, scomparso nel febbraio scorso a 91 anni. La cerimonia si è svolta nella sede del Dipartimento di Scienze Umane in viale Nizza (ex ospedale).
CHI C’ERA. La targa sulla porta d’ingresso dell’aula magna è stata scoperta dalla rettrice Paola Inverardi, dal sindaco Pierluigi Biondi, dalla figlia dello studioso Fausta Clementi, dal professor Simone Gozzano, direttore del dipartimento di Scienze Umane e dalla professoressa Silvia Mantini che ha organizzato il convegno con il quale colleghi, amici e docenti hanno ricordato la figura dello storico.
LO STORICO. Clementi è stato per decenni una delle colonne della vita culturale dell’Aquila. Dagli interventi dei vari relatori è venuto fuori un personaggio con più sfaccettature: insegnante nelle scuole superiori e all’Università (si è occupato soprattutto di storia medioevale) dove ha formato generazioni di aquilani molti dei quali sono poi diventati classe dirigente della città, autore di una miriade di libri fra cui una storia dell’Aquila che è il timone per chi vuole avvicinarsi alle secolari vicende del capoluogo, politicamente a sinistra ma mai ingabbiato in schemi di partito, amante della montagna, camminatore infaticabile e conoscitore di ogni angolo del territorio aquilano, appassionato di musica e a lungo protagonista all’interno degli enti musicali cittadini, uomo che apprezzava i piaceri della gastronomia (formaggi in particolare), burbero quando bisognava difendere i princìpi in cui credeva, amabile con gli amici, rispettoso delle esigenze degli studenti dai quali pretendeva molto ma dava altrettanto se non di più, padre affettuoso. Clementi era questo e anche molto altro. Ci vorranno ulteriori convegni e studi specifici per poter comprendere fino in fondo il lascito di Clementi agli aquilani e alla cultura abruzzese e italiana.
I RELATORI. Gaetano Quagliariello, parlamentare e politico di spicco del centrodestra, che per 9 anni è stato docente all’Ateneo aquilano, ha ricordato le lunghe passeggiate con lo storico che erano, più che esercizio fisico, scambio intellettuale e di arricchimento culturale. Il professor Carlo De Matteis (che è stato docente di letteratura italiana, per anni a stretto contatto con Clementi), ha ripercorso le tappe delle ricerche e relative pubblicazioni dello storico, ha parlato dell’attenzione che lo studioso aveva per la cultura materiale del territorio e per i valori della società contadina. Silvia Mantini ha letto un intervento dell’ex rettore Giovanni Schippa – che per motivi di salute non ha potuto partecipare – il quale ha ricordato l’impegno di Clementi nella crescita dell’Università. Walter Capezzali, presidente della Deputazione di Storia Patria, ha sottolineato le grandi capacità organizzative del suo predecessore alla guida dell’Istituzione. Con Clementi, ha ricordato Capezzali, furono avviate prestigiose collane di storia, riprodotti – e messi a disposizione di tutti – documenti prima introvabili. L’archeologo medioevale Fabio Redi ha parlato degli scavi – soprattutto alla ricerca di antichi castelli – che hanno confermato molte delle intuizioni che Clementi aveva avuto studiando i documenti e “leggendo” con acume il territorio. L’alpinista Domenico Alessandri ha deliziato la platea raccontando episodi che li hanno visti insieme salire su diverse montagne fino a toccare i quasi 4.000 del Monviso. Daniela Nardecchia, direttrice dell’Archivio di Stato ha ricordato – fra l’altro – il Clementi che si fece promotore di iniziative che poi portarono alla creazione di posti di lavoro in ambito culturale. Fabrizio Pezzopane, direttore artistico della Società Barattelli, ha illustrato gli anni in cui Clementi si fece parte attiva nel mondo musicale cittadino. A chiusura Silvia Mantini ha parlato del volume sulla storia dell’Aquila nel quale Clementi fornisce nuove interpretazioni sulla fondazione e ripercorre le vicende cittadine (si intrattiene molto sul fenomeno, fondamentale nell’economia locale, della transumanza) fino alla Grande Guerra. Impossibile dare conto in dettaglio di tutti gli interventi. Certo è che Alessandro Clementi è già a buon titolo nel novero dei “Grandi” dell’Aquila.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
CHI C’ERA. La targa sulla porta d’ingresso dell’aula magna è stata scoperta dalla rettrice Paola Inverardi, dal sindaco Pierluigi Biondi, dalla figlia dello studioso Fausta Clementi, dal professor Simone Gozzano, direttore del dipartimento di Scienze Umane e dalla professoressa Silvia Mantini che ha organizzato il convegno con il quale colleghi, amici e docenti hanno ricordato la figura dello storico.
LO STORICO. Clementi è stato per decenni una delle colonne della vita culturale dell’Aquila. Dagli interventi dei vari relatori è venuto fuori un personaggio con più sfaccettature: insegnante nelle scuole superiori e all’Università (si è occupato soprattutto di storia medioevale) dove ha formato generazioni di aquilani molti dei quali sono poi diventati classe dirigente della città, autore di una miriade di libri fra cui una storia dell’Aquila che è il timone per chi vuole avvicinarsi alle secolari vicende del capoluogo, politicamente a sinistra ma mai ingabbiato in schemi di partito, amante della montagna, camminatore infaticabile e conoscitore di ogni angolo del territorio aquilano, appassionato di musica e a lungo protagonista all’interno degli enti musicali cittadini, uomo che apprezzava i piaceri della gastronomia (formaggi in particolare), burbero quando bisognava difendere i princìpi in cui credeva, amabile con gli amici, rispettoso delle esigenze degli studenti dai quali pretendeva molto ma dava altrettanto se non di più, padre affettuoso. Clementi era questo e anche molto altro. Ci vorranno ulteriori convegni e studi specifici per poter comprendere fino in fondo il lascito di Clementi agli aquilani e alla cultura abruzzese e italiana.
I RELATORI. Gaetano Quagliariello, parlamentare e politico di spicco del centrodestra, che per 9 anni è stato docente all’Ateneo aquilano, ha ricordato le lunghe passeggiate con lo storico che erano, più che esercizio fisico, scambio intellettuale e di arricchimento culturale. Il professor Carlo De Matteis (che è stato docente di letteratura italiana, per anni a stretto contatto con Clementi), ha ripercorso le tappe delle ricerche e relative pubblicazioni dello storico, ha parlato dell’attenzione che lo studioso aveva per la cultura materiale del territorio e per i valori della società contadina. Silvia Mantini ha letto un intervento dell’ex rettore Giovanni Schippa – che per motivi di salute non ha potuto partecipare – il quale ha ricordato l’impegno di Clementi nella crescita dell’Università. Walter Capezzali, presidente della Deputazione di Storia Patria, ha sottolineato le grandi capacità organizzative del suo predecessore alla guida dell’Istituzione. Con Clementi, ha ricordato Capezzali, furono avviate prestigiose collane di storia, riprodotti – e messi a disposizione di tutti – documenti prima introvabili. L’archeologo medioevale Fabio Redi ha parlato degli scavi – soprattutto alla ricerca di antichi castelli – che hanno confermato molte delle intuizioni che Clementi aveva avuto studiando i documenti e “leggendo” con acume il territorio. L’alpinista Domenico Alessandri ha deliziato la platea raccontando episodi che li hanno visti insieme salire su diverse montagne fino a toccare i quasi 4.000 del Monviso. Daniela Nardecchia, direttrice dell’Archivio di Stato ha ricordato – fra l’altro – il Clementi che si fece promotore di iniziative che poi portarono alla creazione di posti di lavoro in ambito culturale. Fabrizio Pezzopane, direttore artistico della Società Barattelli, ha illustrato gli anni in cui Clementi si fece parte attiva nel mondo musicale cittadino. A chiusura Silvia Mantini ha parlato del volume sulla storia dell’Aquila nel quale Clementi fornisce nuove interpretazioni sulla fondazione e ripercorre le vicende cittadine (si intrattiene molto sul fenomeno, fondamentale nell’economia locale, della transumanza) fino alla Grande Guerra. Impossibile dare conto in dettaglio di tutti gli interventi. Certo è che Alessandro Clementi è già a buon titolo nel novero dei “Grandi” dell’Aquila.
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